Collegio di San Bevignate, Romizi chiama all’unità: “Un tavolo con tutte le parti in causa”

PERUGIA – Se uno dei primi atti della commissaria Adisu Maria Trani è stato quello di scrivere al sindaco Andrea Romizi, per chiedere conto sulla posizione del Comune, il primo cittadino rilancia e chiede un “tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati: Adisu, Regione, Sovrintendenza, Università e Comune, per parlare del futuro del sito di San Bevignate”.

“Un percorso che era già stato avviato con il commissario dell’Adisu, il Prof. Luca Ferrucci, che ringrazio per il proficuo rapporto di collaborazione e per l’impegno garantito nell’importante ruolo. I cittadini già in passato hanno espresso la loro ferma contrarietà al progetto di un nuovo studentato in un’area così carica di valori storico culturali. Tanto più oggi che sarebbe da considerarsi un progetto inattuale e privo di utilità, a fronte delle diverse esigenze che conseguono agli importanti mutamenti che negli anni hanno interessato Università e città. Ciò anche in coerenza ad una nuova idea di città, tesa a prediligere il recupero e la valorizzazione degli spazi esistenti piuttosto che il consumo di nuovo suolo”.

E intanto c’è chi invece vuole “stanare” Romizi, ma anche il Rettore. E’ il consigliere comunale dem Tommaso Bori. “Riteniamo necessario richiamare il Comune di Perugia e l’Università degli Studi sull’urgenza di chiarire, con atti ufficiali e non attraverso proclami a mezzo stampa, la loro posizione ufficiale rispetto allo studentato di San Bevignate. La struttura è stata, infatti, richiesta dall’Università stessa ma quando il numero di iscritti era circa il doppio degli attuali, le aule del polo della Conca non riuscivano più a contenere gli studenti ed era in cantiere lo spostamento di numerose facoltà in via del Giochetto: la richiesta di realizzazione dello studentato fu avanzata dall’amministrazione universitaria, discussa nelle facoltà interessate ed la approvata da tutti gli organi collegiali. Non a caso parte del terreno su cui dovrebbe sorgere il nuovo collegio é di proprietà dell’ateneo perugino”.

“Da allora sono passati 15 anni, ma é come se fosse trascorsa un’intera epoca per quanto sono cambiate le condizioni dell’ateneo e del territorio: gli studenti sono passati da quasi 40 mila a circa 20 mila, le facoltà universitarie non si sono mai spostate dalla Conca e all’interno del complesso di Monteluce sta per essere inaugurato un collegio universitario realizzato proprio dall’ADISU. É profondamente sbagliato spostare sul piano della legittimità la realizzazione dello studentato a San Bevignate, come si è tentato di fare finora con scarso successo: è stato un errore aver perso 4 anni di tempo, ignorando la questione e sperando di trovare una scappatoia tramite cavilli, ricorsi ed appigli legali. Il procedimento, come ha certificato il TAR, é legittimo e regolate. Ma non é questo il punto, la questione va posta su un piano diverso: quello delle scelte politiche e della capacità di governare i processi. L’attuale vice-sindaco Barelli costruì la sua candidatura proprio sulla questione di San Bevignate, in maniera del tutto strumentale, alternando conferenze stampa a comizi elettorali e fiaccolate nell’area del progetto: ieri, nel 2014, da oppositore tuonava contro il Comune di Perugia a cui addossava tutte le responsabilità dicendo che “certe aree devono essere intoccabili”, oggi, nel 2018, dalla poltrona di governo ha cambiato totalmente versione sostenendo che l’amministrazione comunale non può incidere e concedendosi un’assordante silenzio sulla vicenda”.

“Ma il vice-sindaco Barelli ha una grande responsabilità: non aver fatto nulla per quasi 4 anni, nella speranza di trovare scorciatoie legali o che qualcun’altro risolvesse la questione al suo posto per poi rivendicarne i meriti. Ma le concessioni edilizie sono in capo al Comune di Perugia e se lui, il Sindaco o la Giunta ritengono di volerle revocare é nelle loro facoltà. É utile ricordare che L’ADISU é un ente strumentale al raggiungimento di obiettivi che gli vengono dati, é il mezzo e l’esecutore, non il decisore. Ancora nel maggio del 2013 il CDA dell’Università degli Studi di Perugia ha deliberato di trasferire le facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e le migliaia di iscritti afferenti ai loro corsi di laurea in via del Giochetto. La questione, quindi, riguarda direttamente l’attuale Rettore Moriconi: non avendo mai dato seguito allo spostamento delle facoltà universitarie, di fronte al quasi dimezzamento degli iscritti rispetto a quando fu votata la richiesta dello studentato e alla realizzazione di un collegio universitario del tutto simile a poche centinaia di metri di distanza ravvisa ancora la necessità dello studentato a San Bevignate? Essendo l’Università proprietaria del terreno e avendo nelle proprie disponibilità la possibilità di rescindere il protocollo per la costruzione della struttura, sottoscritto proprio con il Comune di Perugia e gli altri enti locali. L’amministrazione universitaria é a tutti gli effetti uno dei principali attori in campo, allora perché é così silente ed evita attentamente di occuparsi della vicenda?”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.