Ecco come i ragazzi si “giocano” l’adolescenza, l’Umbria corre ai ripari

Ragazzi che “marinano” la scuola per andare a giocare allo slot, che giocano per voglia di trasgredire, ma anche solo per avere soldi da spendere. Il fenomeno dei videopoker tra i minori è molto diffuso in Umbria, da dove già da qualche anno è partito il grido d’allarme, e in Italia. Qui, secondo una recente indagine Swg per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza quasi un adolescente su due, il 44 per cento, ha giocato almeno una volta, uno su cinque lo ha fatto più di una e c’è un otto per cento che lo fa almeno una volta al mese. Tre su quattro, tra quelli che giocano, conoscono roulette, slot, videopoker grazie alla pubblicità in televisione, incrociano le sale scommesse nei paraggi di casa o scuola e vivono l’azzardo come un modo per stare in compagnia. Un’attività ricreativa, come potrebbe essere andare in palestra o passare un pomeriggio con gli amici.
L’Umbria, che negli ultimi anni ha rivestito posizioni alte nella classifica delle regione con la maggior diffusione del problema (i dati del Cnr parlano di 16mila adolescenti umbri interessati dal problema), sta correndo ai rimedi. Giunta regionale e Consiglio hanno elaborato due progetti di legge, riuniti nei giorni scorsi in unico testo, su cui sta definendo gli ultimi dettagli la terza commissione consiliare di Palazzo Cesaroni.

La legge prevede, tra l’altro, l’istituzione di un numero verde per le segnalazioni e le richieste di aiuto e per fornire un primo servizio di ascolto, assistenza e consulenza per l’orientamento ai servizi competenti. I riferimenti del numero verde dovranno essere affissi su ogni apparecchio per il gioco lecito e nei locali con offerta del gioco. La Regione promuove anche dei gruppi di auto-aiuto per le persone affette da gioco d’azzardo patologico e i loro familiari.
Sarà istituito il marchio regionale “No Slot” per gli esercizi che rimuoveranno o sceglieranno di non installare apparecchi per il gioco lecito, con incentivazioni che prevedono la riduzione dell’aliquota Irap.
Saranno regolate anche le distanze dei locali dove si trovano apparecchi per il gioco lecito che dovranno essere di almeno 500 metri da scuole, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito socio-sanitario e centri di aggregazione giovanile. Sarà vietata qualsiasi pubblicità relativa all’apertura e all’esercizio di sale giochi. Sono previste sanzioni da 5mila a 15mila euro, nonché chiusura delle sale da gioco o sigilli agli apparecchi per chi non rispettasse le misure dettate.
Prevista anche la formazione di operatori sociali e sociosanitari, per quelli delle associazioni di consumatori e utenti, per gli educatori delle scuole e dei centri di aggregazione giovanile, oltre che per i gestori di sale da gioco e per il personale, allo scopo di prevenire gli eccessi del gioco, in particolare attraverso il riconoscimento delle situazioni di rischio e delle loro dinamiche.
La Regione potrà concedere contributi ad associazioni e cooperative sociali che si occupano delle problematiche correlate al gioco.
Accanto alle disposizioni di legge elencate, ci sono alcune proposte provenienti dall’associazione “Libera”, che partecipa al percorso dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose e l’illegalità, e suggerisce di coinvolgere Regione e Comitati per l’ordine e la sicurezza coordinati dai prefetti, di pianificare interventi da parte delle forze dell’ordine per la prevenzione e il controllo, anche in relazione ai pericoli di infiltrazione delle organizzazioni criminali. “Libera” chiede anche il divieto di ingresso per i minori negli spazi in cui vengono collocate le slot machines e l’installazione di supporti per il controllo anagrafico, avvalendosi della tessera sanitaria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.