Consiglio comunale di Terni: pomeriggio di fuoco tra addii, proteste e poltrone vuote. Il sindaco parla solo di Ast: “Azienda appetibile e competitiva”

TERNI – Le nubi sembrano essersi piazzate sopra Palazzo Spada. Dopo una mattinata di sole, nel cuore della città sta tornando il freddo. Ed il consiglio comunale spalanca le porte non solo a consiglieri di maggioranza ed opposizione ma anche ai cittadini e alle proteste.

Si preannuncia un pomeriggio di fuoco, con voci alte e proteste incalzanti dopo il rinvio della decisione da parte della Corte dei Conti sul piano di predissesto finanziario.

Ed alcune poltrone oggi pomeriggio saranno vuote. All’appello mancherà infatti l’ormai ex capogruppo del Pd, Andrea Cavicchioli, che proprio giovedì in tarda mattinata, ha voluto dire addio alla “ciurma” Di Girolamo.

C’è insomma chi abbandona, chi resta – scettico e dubbioso – e chi invece rema contro come il consigliere di I Love Terni, Enrico Melasecche, e i grillini.

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“Che Thyssenkrupp non fosse più interessata alla produzione di acciaio inossidabile è noto da tempo e quindi ulteriori dichiarazioni che vanno in questa direzione non ci colgono di sorpresa. L’Amministrazione Comunale – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – segue la vicenda con grandissima attenzione.

Come istituzioni abbiamo già chiesto un incontro al Ministro e andiamo a rinnovare questa richiesta. Le interlocuzioni con il ministero dello Sviluppo Economico proseguono anche in queste ore. In tutti noi la massima consapevolezza che il passaggio è delicato. Sono elementi positivi i rilevanti progressi fatti dall’azienda sul fronte del bilancio e del riequilibrio delle varie aree produttive.

Riteniamo che oggi Acciai speciali Terni sia una azienda competitiva e appetibile per ogni gruppo. Speriamo che le logiche autolesionistiche dell’antitrust europeo non siano un ostacolo a fronte dell’interesse di gruppi rilevanti”.

Una proposta d’atto d’indirizzo in merito al piano di riequilibrio e l’eventuale accesso al fondo di rotazione è stata depositata oggi dal presidente di Forza Italia a palazzo Spada Francesco Ferranti a nome del suo gruppo. La proposta è stata sottoscritta anche dal presidente del gruppo consiliare Il Cammello Franco Todini. Nell’atto si chiede al consiglio d’impegnare sindaco e giunta a “non prendere provvedimenti o intraprendere percorsi amministrativi che possano comportare aumenti delle imposte nel territorio comunale”.

“Mentre a Palazzo Spada sono tutti impegnati a cercare un’aspirina per i legali del Comune, così tanto gravemente malati e insostituibili da permettersi il lusso di farci perdere altri due mesi sullo scatafascio dei conti pubblici; mentre in Regione non si vergognano ad ammettere in pratica – come hanno fatto la Presidente e il suo Vice –  di non contare niente né suoi tavoli di quel governo nazionale che avrebbe dovuto monitorare costantemente la questione delle nostre acciaierie né, men che meno, nell’interlocuzione (che non esiste affatto) con la proprietà; mentre i tedeschi confermano adesso in termini inequivocabili, per bocca del Ceo di Thyssenkrupp, un’intenzione già anticipata a maggio scorso ovvero la volontà di sbarazzarsi dell’Ast, a Terni come a Perugia come a Roma la sinistra di potere conferma di essere totalmente incapace di farsi carico degli interessi del territorio tanto quanto di quelli del Paese, incapace di governare i processi, orientare le decisioni, perseguire un disegno e una prospettiva, progettare una politica industriale, insomma totalmente incapace di dare un futuro all’acciaio italiano”.

Lo scrive, in una nota diffusa stamattina, il presidente del gruppo consiliare Fratelli d’Italia a Palazzo Spada, Marco Cecconi.

“Adesso – continua Cecconi – ciascuno faccia i propri passi e li faccia in fretta, intervenendo anche d’imperio, come il pubblico può fare anche quando si tratta di imprese private, se magari legate a produzioni strategiche per un superiore interesse nazionale, come nel caso dell’Ilva di Taranto e non solo.  E, se esiste un’Europa capace di decidere non solo tirando a sorte, se esiste un’Europa capace di non essere prima di tutto tedesca, sappia che questa – un passaggio di mano delle acciaierie di Viale Brin condotto con fermezza e regole oneste – per quell’Europa è l’ultima occasione per convincere l’Italia e i ternani della propria utilità”.

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