Entro una settimana il nuovo presidente Cei, Bassetti in pole

PERUGIA – Tra meno di una settimana, nella loro assemblea generale, i vescovi italiani saranno chiamati ad eleggere per la prima volta, con le nuove regole che hanno modificato lo statuto della Cei, i tre nomi da sottoporre al Papa per la scelta del nuovo presidente della Conferenza episcopale. Siamo quindi al dunque per la definizione di chi succederà all’arcivescovo di Genova cardinale Angelo Bagnasco, dopo due i suoi due mandati al vertice dell’episcopato nazionale.

A farsi sempre più insistenti in questi giorni di consolidamento delle candidature – anche se ufficialmente non si formalizzano candidati e i nomi emergeranno semplicemente dal voto dei vescovi – sono le previsioni che circolano in favore dell’ascesa alla presidenza Cei dell’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, cardinale Gualtiero Bassetti.

Nel panorama dei presuli italiani, Bassetti, nominato cardinale proprio da papa Francesco nel febbraio 2014 nel primo concistoro del suo pontificato, viene considerato tra quelli che più corrispondono al profilo di un capo dell’episcopato spiccatamente “pastorale” che tanto sta a cuore all’attuale Pontefice. Tra quanti scommettono sulla nomina del cardinale di Perugia, viene sottolineata la sua esperienza nel dialogo interreligioso, nella formazione dei sacerdoti, nelle iniziative di vicinanza alle fasce deboli della società, e non da ultimo il suo ruolo nella Congregazione per i Vescovi, dove è stato introdotto proprio da Bergoglio al posto del card. Bagnasco.

Particolarmente significativo è stato considerato recentemente il fatto che il Papa gli abbia concesso la proroga del mandato vescovile a Perugia, “fino a nuova disposizione”, mettendo da parte così l’unico elemento che in qualche modo giocasse contro Bassetti per l’ascesa al vertice Cei, cioè quello dell’età, avendo egli superato il mese scorso la soglia dei 75 anni.
E per i giochi in seno all’assemblea dei vescovi della prossima settimana, c’è chi dice che se Bassetti metterà insieme un numero consistente di consensi fin dai primi scrutini, il risultato in vista della scelta papale potrà dirsi già deciso. Per il voto tra i presuli italiani conterà anche il fatto che la presidenza di Bassetti contribuirebbe in qualche modo a ribilanciare i ruoli al vertice dell’episcopato, ridimensionando il peso del segretario generale mons. Nunzio Galantino, molto “esposto” nella scena pubblica italiana, grazie anche alla sua nomina decisa direttamente dal Papa, ma tuttora senza un grande seguito tra i vescovi delle 226 diocesi italiane.

A quanto si apprende, un nome che andrebbe a genio allo stesso Galantino (che di suo non è eleggibile non essendo titolare di una diocesi) sarebbe quello del vescovo di Fiesole mons. Mario Meini, 70 anni, eletto vice presidente della Cei per l’Italia Centrale nel novembre del 2014 battendo un cavallo di razza come l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, che collaborò col Papa come segretario speciale del duplice Sinodo sulla famiglia. Un altro nome che continua a circolare in queste ore di vigilia è quello del vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, 67 anni, a sua volta vice presidente della Cei per l’Italia settentrionale, che godrebbe di un apprezzamento di vari settori dell’episcopato e il cui nome è circolato anche per l’arcidiocesi di Milano, dove è attesa un’altra cruciale decisione del Papa, la scelta del successore del cardinale Angelo Scola. Sembrano invece tramontate le chances di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo-abate di Medena-Nonantola, che in un primo momento era stato dato come il candidato per una presidenza Cei in cui il segretario generale Galantino avrebbe continuato a mantenere un ruolo di primo piano.

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