Foligno, compie cento anni la sarta del Carnevale di Sant’Eraclio

FOLIGNO – Il Carnevale dei Ragazzi di Sant’Eraclio è in festa per Chiarina Finauri, la sarta dei costumi e delle maschere della manifestazione, che il 22 novembre prossimo compirà cento anni. Una vera e propria istituzione nella frazione folignate, considerata tra i primi volontari della kermesse nata dagli anni Sessanta.
“Avrei voluto fare la maestra d’asilo – racconta lucidissima la signora Chiarina – ma le condizioni economiche della famiglia non me lo hanno permesso. Ho studiato fino alla quinta elementare e poi ho fatto la casalinga. La passione per la sartoria mi ha consentito di realizzare, sin dagli anni ’60 e per molti decenni, i costumi carnevaleschi per i fanciulli che animavano i carri allegorici del ‘Carnevale dei ragazzi’. Ancor prima di Natale un via vai di ragazzini veniva da me per potersi mascherare. Era un lavoro di responsabilità, che ho condiviso con le mie sorelle Cesarina e Maria e con le paesane Silvia Giampaoli, Iole Ventura, Lina Lezi, Gilda e Teresa Mazzocchi. La mia soddisfazione più grande era quando i bambini durante la sfilata mi chiamavano e mi tiravano i coriandoli ed ero contenta di averli resi felici”.
Per dimostrare stima e riconoscenza per la passione, la fantasia e l’impegno profusi in tanti anni di lavoro, il presidente del “Carnevale dei ragazzi” Fabio Bonifazi consegnerà alla signora Finauri una targa ricordo. Una sorta di “Operazione Memoria”, tesa a valorizzare il contributo dei tanti protagonisti che negli anni hanno fatto la storia della rassegna carnevalesca. L’assessore comunale ai servizi sociali Maura Franquillo porterà a Chairina il saluto della città per evidenziare il contributo dato alla crescita della manifestazione e il suo forte impegno nel sociale.
“Vorrei che le generazioni future – dice la signora Chiarina in una sorta di messaggio ai giovani – ritrovassero tutti quei valori veri della vita che insegnano e aiutano a vivere sereni e a guardare con fiducia e ottimismo al domani. Oggi non ci sono più socialità e aggregazione. In un paese popoloso come Sant’Eraclio si vive come in un deserto dove impera l’egoismo”.

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