Foligno, gli Stati generali delle rievocazioni storiche fanno centro: “Serve una rete extraregionale”

FOLIGNO – Costituire un’associazione delle rievocazioni storiche umbre, così come si era cercato di fare anche in passato. È questa la sintesi dell’incontro “In viaggio nel tempo – l’Umbria delle tradizioni”, che si è tenuto sabato primo dicembre a palazzo Candiotti, a Foligno, alla presenza dei rappresentanti di diverse manifestazioni storiche promosse da vari comuni del Cuore verde d’Italia.

Dalla Quintana al Mercato delle Gaite, dalla fuga del Bove a Perugia 1416, passando per il palio di San Michele e per il Palio del Fantasma – solo per citarne alcune – in tanti non hanno voluto mancare all’appuntamento promosso da Radio Gente Umbra a conclusione del ciclo di trasmissioni dal titolo “In viaggio nel tempo”, andate in onda quest’estate e condotte dai giornalisti Alessandro Orfei e Simona Fiordi. Insomma, un momento di sintesi quello andato in scena sotto i soffitti affrescati del salone d’Onore di palazzo Candiotti, sede dell’Ente Giostra Quintana. Tra gli aspetti messi in luce nel corso dell’incontro il valore sociale che queste manifestazioni hanno per il tessuto cittadino, in termini di aggregazione, inclusione ed integrazione. Lo ha detto il presidente dell’Ente Giostra Quintana, Domenico Metelli, e lo hanno ribadito anche il direttore di Radio Gente Umbra, Fabio Luccioli, e il vicesindaco di Foligno, Rita Barbetti. Ma anche dell’importante patrimonio storico che permettono di tutelare e conservare. “Aiutano a mantenere solide radici nel passato – ha detto il vicesindaco folignate ed assessore alla cultura ed istruzione – legandosi al presente e facendo sì che non ci si dimentichi la nostra storia”.

Anche Pierluigi Mingarelli, attuale direttore del Laboratorio di scienze sperimentali di Foligno, ha ribadito l’importanza di fare rete “anche con le realtà al di fuori dell’Umbria”- L’appuntamento a palazzo Candiotti è stato, però, anche l’occasione per entrare in questioni più spinose e che tanto hanno fatto discutere in passato. A cominciare dalla sovrapposizione di alcune rievocazioni, come avvenne anche tra Quintana e Gaite. Ma se la concomitanza tra più eventi inizialmente era considerata un elemento di penalizzazione, oggi invece inizia ad esser visto come un valore aggiunto di quella che è l’offerta umbra in termini turistici. “Non bisogna aver paura delle sovrapposizioni – ha commentato la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi – che in realtà arricchiscono. Anzi – ha proseguito – si potrebbe pensare, d’accordo con l’Università di Perugia, di studiare e valutare gli effetti che la concomitanza di più eventi ha per il benessere della regione”. La numero uno del consiglio regionale si è inoltre focalizzata sull’importante ruolo che devono avere le amministrazioni comunali in primis nel sostenere e supportare le manifestazioni storiche e sulla necessità – visti i tempi – di fare rete per far vedere anche al di fuori dei confini regionali quanto abbia da offrire l’Umbria.

A sollevare la questione dei fondi, invece, il podestà dell’Ente Mercato delle Gaite, Claudio Cecconi, che parlando della recente esperienza a Bevagna degli Stati generali come punto di riflessione e ripartenza verso il futuro, ha sottolineato come il volontariato però non possa bastare per consentire alle rievocazioni storiche di sopravvivere. Pensiero condiviso da tanti altri colleghi, anche di realtà più piccole, che hanno chiesto maggiore attenzione alle istituzioni, a cominciare da quelle regionali. Ad intervenire è è stata anche Maria Teresa Severini, assessore alla cultura del Comune di Perugia e ispiratrice di Perugia 1416, che ha raccontato ai presenti l’esperienza avviare al giorno d’oggi una rievocazione storica in una grande città come il capoluogo di regione umbro. Si è focalizzato sul termine “tradizioni” il sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio, sottolineando l’importanza sociale delle rievocazioni regionali e ricordando ai presenti il valore che hanno le memorie e i “riti” legati al folclore umbro. A chiudere l’incontro l’intervento del sociologo Roberto Segatori, incentrato sull’identità che permea le tante manifestazioni che scandiscono annualmente i ritmi del Cuore verde d’Italia.

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