Foligno guarda al futuro dopo le bombe e il sisma. Bocci: “Qui esperienza positiva di ricostruzione”

FOLIGNO – Foligno guarda al futuro dopo le bombe che, durante la seconda guerra mondiale, devastarono gran parte del patrimonio edilizio e il terremoto che nel 1997 distrusse buona parte della città. E lo fa mettendo insieme le due cose, nel giorno in cui si ricorda il 74esimo anniversario del primo bombardamento aereo per la liberazione della città, avvenuto il 22 novembre del 1943. Prima la commemorazione dell’evento, poi un convegno sulla ricostruzione post sisma, nell’ultimo appuntamento celebrativo del ventennale.
Il sindaco Nando Mismetti ha fatto notare che la storia di Foligno parla di capacità di reazione di fronte ai lutti e alle distruzione della seconda guerra mondiale e alle problematiche connesse alla ricostruzione dopo il sisma del ’97 ma c’è bisogno di un nuovo spirito per il futuro.
“Oggi non c’è più quello spirito di collaborazione e partecipazione – ha osservato – non c’è senso di responsabilità e occorre quindi – rivolto agli studenti delle scuole superiori presenti – che voi giovani prendiate per mano la città per il presente e per il futuro”.
Nel corso dell’incontro “Ricostruzione e sviluppo”, coordinato da Maurizio Salari, sindaco di Foligno, dal 1995 al 2004, è intervenuto Manlio Marini, sindaco di Foligno dal 2004 al 2009, ricordando la propria testimonianza personale dei bombardamenti del 1943.
Vincenzo Riommi, già vicesindaco di Foligno, durante l’emergenza del sisma del ’97, ha posto l’accento sul fatto che “è essenziale ricostruire la comunità, con le persone che rimangono nel posto dove si trovano al momento del sisma. Poi si parlerà della ricostruzione delle case. La sofferenza avvertita nel periodo della ricostruzione avrà un senso e una prospettiva se non si ripartirà dalla situazione precedente al sisma”. Riommi ha ricordato l’importanza degli strumenti per sostenere le imprese al fine di svilupparle, “come è avvenuto”.
All’iniziativa ha partecipato anche il sottosegretario al ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci, evidenziando che “non si può parlare di un modello di ricostruzione che è valido per tutte le situazioni, perché occorre calarlo nel territorio anche se i terremoti del 1997 e del 2016 hanno situazioni ed esigenze simili. Il modello scelto per ricostruire Foligno si è però rivelato giusto ed ha dato risultati importanti e vale la pena prendere una buona parte di quanto fatto qui perché ci sono state scelte che si sono dimostrate positive e giuste e farei molta attenzione a quell’esperienza”.
All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, l’ex presidente della giunta regionale, Bruno Bracalente, che ha messo in evidenza il percorso legislativo nella ricostruzione, e Alfiero Moretti, dirigente per anni al Comune di Foligno (ora dirigente alla Regione Umbria) che ha illustrato i cambiamenti avvenuti nel patrimonio edilizio della città dal ’97 in poi.

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