Foligno, i matrimoni religiosi battono quelli civili. Età media 40 anni, in Comune il 35% sono stranieri

FOLIGNO – Novant’anni lui, 79 anni lei, un figlio trentasettenne, alcuni nipoti: ecco il matrimonio più bello, celebrato nel 2015, nella Diocesi di Foligno. Una coppia già sposata civilmente che, nonostante la veneranda età, ha deciso di consacrare in chiesa un amore lungo quarant’anni. Nozze simbolo, che raccontano come oggi il matrimonio tradizionale, quello in chiesa con l’abito bianco, rappresenti ancora un sogno coltivato da molti. E in effetti, a Foligno, i matrimoni religiosi superano quelli civili.
A dirlo sono i dati, provenienti dalla cancelleria diocesana e dagli uffici comunali: dal primo gennaio al 30 settembre 2015 sono state 99 le nozze celebrate in chiesa, mentre solo 71 quelle in Comune, anche se va detto che la diocesi di Foligno comprende anche le città di Spello e Valtopina, dove però i matrimoni sono stati rispettivamente soltanto 16 e uno. L’età media degli sposi è di 40 anni e il 35 per cento di quanti si uniscono davanti all’ufficiale di stato civile è di origine straniera. Percentuale che scende al 2 per cento davanti l’altare. In generale, negli ultimi anni, a Foligno è in calo il numero dei matrimoni mentre aumentano separazioni, divorzi e annullamenti presso la Sacra Rota.
“Rispetto ai primi anni del 2000 – spiega don Cristian Bogdan, addetto alla curia diocesana di Foligno – c’è stata una diminuzione di circa 30-40 matrimoni l’anno. Oggi ci si sposa di meno perché il matrimonio viene visto come una festa, anziché come un sacramento e non si ha la possibilità di spendere per organizzarlo. E così si va a convivere, senza tante cerimonie. Aumentano invece le persone che si lasciano e gli annullamenti davanti al tribunale della Sacra Rota: a Foligno, nel 2015 ce ne sono stati sei, di cui cinque per ‘incapacità consensuale’, cioè per il fatto che gli sposi, entrambi o soltanto uno, non si rendono conto, anzi non si sono mai resi conto, di cosa significhi davvero il matrimonio”.
“Anche in Comune – spiega l’assessore ai servizi demografici, Silvia Stancati – c’è stato un deciso calo dei matrimoni, mentre sono in progressiva crescita le separazioni e i divorzi. Al 30 settembre 2015 sono state 13 le separazioni e 17 le cessazioni ai sensi dell’articolo 12 del decreto legge 132 del 2014, cioè davanti all’ufficiale dello stato civile. Tre invece cessazioni e una separazione in regime di negoziazione assistita. Nonostante questo quadro, stiamo lavorando per aumentare l’offerta delle location comunali per la celebrazione dei matrimoni. Oggi gli spazi disponibili sono la sala del Consiglio comunale, palazzo Trinci e la sala Torrino; l’idea è quella di individuare altre location prestigiose come palazzo Candiotti e altri palazzi storici della città anche per attrarre anche coppie di sposi provenienti da fuori che desiderano sposarsi e festeggiare le nozze in una città bella e accogliente come la nostra”.

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