Foligno, la storia di Claudia Di Meo: “In cucina ho capito che tutto è possibile”

FOLIGNO – Claudia Di Meo, la folignate star di MasterChef Uk, è forte della sua esperienza che l’ha portata ai quarti di finale. Affida a Facebook il riassunto della sua storia e della sua esperienza londinese: “Tutti vogliono avere successo ma molti non sanno quanto è costato tutto questo. Sette anni fa. Uno zaino sulle spalle. Un trolley nella mia mano sinistra. Due paia di scarpe, qualche maglione, qualche maglietta. Niente  accessori, tanto dovevano essere solo tre mesi. Tre mesi per scappare, tre mesi per dimenticare. Tre mesi per un’esperienza. Sette anni fa, un passaporto ed un biglietto di sola andata. Non immaginavo nemmeno quello che avrei trovato, non sapevo nemmeno cosa davvero cercassi”.

“Parlavo poco e niente di inglese – racconta Claudia – camminavo sù e giù per Londra a cercare lavoro. Sono entrata in una cucina con la qualifica di Giornalista. Non sapevo nemmeno tenere in mano un coltello. La Prima volta che mi chiesero di cercare una marisa (il leccapentole in in italiano) andai dallo chef e gli dissi che avevo cercato dappertutto, ma non c’era nessuna signora marisa che lavorava in quella cucina. Lo Chef rise cosi’ tanto che, mi ricordo, gli vennero quasi le convulsioni. Ho camminato sù e giù per le strade e le vie di questa città, indossando solo scarpe da ginnastica e ciabatte da cucina. Conosco ogni angolo, conosco i segreti, le storie d’amore scritte sui muri. Conosco il Tamigi, le acque che narrano storie. Il suono del Big Ben, il silenzio del regent canal, la bellezza di Primose Hill. Conosco l’underground, le scorciatoie per arrivare prima. Ma soprattutto conosco me stessa. Qui ho imparato a prendere decisioni senza paura e a pagare il prezzo delle mie azioni. A prendere botte e a sanguinare. Sono stata disposta a scavare così profondamente in me stessa da rendermi conto che non e’ mai stata colpa degli altri se avevo fallito, se non avevo ottenuto quello che volevo. Sono stata disposta a dormire in case baraccate a vivere con poco meno di 900 pound al mese. Ho lavorato come un mulo ero stanca. Lavoro ancora come un mulo e sono ancora stanca. Ma… Ho protetto i miei sogni. Sono stata disposta a morire cento volte e risorgerne altre cento. Sono stata disposta a risalire dall’inferno, un passo alla volta. A credere che limiti e paure sono solo barriere della mente: bugie, illusioni. Sono stata disposta a rompere gli schemi e ad ascoltarmi e ad ascoltare profondamente. Sono entrata in una cucina che ero Giornalista. Pelavo patate, tagliavo cipolle. Sono entrata in una cucina che ero apprendista. Esattamente sette anni fa. Non sapevo cosa sarei diventata. Ma quando finalmente ho rotto ogni schema possibile, per quanto possa sembrare impossibile ho capito che tutto è possibile”.

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