Fondi europei, il punto della situazione in Prima commissione: già assegnato il 20 per cento delle risorse

PERUGIA – La Prima commissione del consiglio regionale ha preso atto del Rapporto sugli affari europei che per la prima volta è stato inviato dalla Giunta regionale all’organismo consiliare che si occupa di bilancio. Il documento, che riepiloga lo stato di avanzamento degli interventi regionali cofinanziati nel 2016, le iniziative che verranno adottate nel corso del 2017, i lavori svolti nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, del Comitato delle Regioni e del Comitato interministeriale per gli affari europei, i progetti presentati dalla Regione Umbria, nonché le procedure di infrazione a carico dello Stato per inadempienze imputabili alla Regione, è stato illustrato dalla presidente della giunta, Catiuscia Marini.

L’atto – spiega un comunicato del consiglio – andrà in aula a fine mese, in occasione della specifica seduta dedicata alla sessione europea. “L’atto – ha spiegato Catiuscia Marini – è un rendiconto dettagliato sullo stato di avanzamento degli interventi regionali cofinanziati dall’Unione europea, sulla elaborazione dei bandi comunitari e sulle eventuali infrazioni. Illustra le iniziative che si intendono adottare con riferimento alle politiche dell’Unione europea di interesse regionale nell’ambito della programmazione 2014-2020. Le risorse complessive del periodo ammontano a 1 miliardo 585 milioni di euro tra Fondo sociale europeo (FSE), Programma di sviluppo rurale (PSR), Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e Garanzia giovani (YEI-Youth Employment Initiative). Di questi, oltre 140 milioni sono stati già distribuiti. Nel 2017 – ha proseguito la presidente – daremo seguito alla riprogrammazione del piano operativo Fesr per le sopraggiunte necessità di dare sostegno ai territori colpiti dal sisma, con 56 milioni addizionali destinati all’Umbria. Inoltre, parlamentari europei di tutti i gruppi hanno lavorato a costruire un Regolamento per stabilire, nei casi di calamità come il sisma che ha colpito l’Italia centrale, che il Paese interessato abbia un finanziamento pari al 95 per cento senza l’obbligo di cofinanziamento delle misure europee, ovvero ai governi sarà concesso di spendere il 95 per cento senza la condizione di dover cofinanziare. Il nuovo fondo sarà un asse strutturale per la prevenzione dei disastri naturali e consentirà una dotazione finanziaria utilizzabile per la prevenzione e la riduzione del rischio derivante da calamità naturali, dissesto idrogeologico e prevenzione sugli edifici scolastici. Importante anche la decisione, maturata nella Conferenza delle Regioni dell’aprile scorso con gli assessori all’agricoltura, di riprogrammare le risorse per lo sviluppo rurale per le quattro regioni (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) colpite dal sisma con risorse aggiuntive pari a 300 milioni di euro come contributo di solidarietà dalle altre regioni italiane e dal Ministero dell’agricoltura. Dal 2016 non è più dovuto il cofinanziamento regionale per quanto attiene al Psr (Piano di sviluppo rurale)”.

“L’atto rendiconta anche le infrazioni – ha proseguito la presidente – e non ci sono procedure a carico della Regione Umbria. Ne avevamo una sul nostro territorio, ma a carico di privati, infatti abbiamo esercitato i poteri sostitutivi nei confronti di un’impresa che non aveva adempiuto agli obblighi necessari in campo ambientale. In questo caso il finanziamento è stato affidato al Comune di Gualdo, territorio dove ricadeva l’infrazione, per le necessarie bonifiche, mentre la Regione Umbria ha attivato le procedure di rivalsa nei confronti del soggetto privato che ha violato la direttiva ambientale”. I consiglieri regionali – riferisce infine il comunicato – hanno rivolto domande alla presidente sulla quantità di risorse messe a disposizione dalla Ue che è stata effettivamente utilizzata dalla Regione Umbria, quindi sulla capacità di utilizzo strategico dei finanziamenti assegnati. Catiuscia Marini ha risposto che “è stata utilizzata l’intera programmazione e in alcuni casi siamo andati in ‘overbooking’, potendo utilizzare risorse non spese da altre Regioni”.

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