Geotermia, si esprime la Seconda commissione: “Tenere presente il principio di precauzione”

PERUGIA – E’ passata con i soli voti della maggioranza e l’astensione dell’opposizione, la Seconda commissione di Palazzo Cesaroni ha licenziato una proposta di risoluzione avente per oggetto il “Progetto per la realizzazione di impianti geotermici pilota nella Piana dell’Alfina – Adesione della giunta regionale dell’Umbria al documento di amministrazioni comunali dell’Umbria e del Lazio recante contrarietà a tale realizzazione – adozione da parte della Giunta medesima di conseguenti iniziative”.  Nel documento la commissione ribadisce la necessità che ogni decisione finale sia subordinata al rispetto del principio di precauzione, da far prevalere in tutti gli ambiti che attengono all’interesse della salute della popolazione e della tutela ambientale. Alla luce di ciò, la Giunta regionale dovrà anche tenere conto del documento istruttorio a corredo dell’intesa tra ministero dello Sviluppo e Regione ma anche della totale contrarietà dei Comuni della zona. Per evitare il ripresentarsi di empasse del genere, la commissione ha chiesto l’impegno della Giunta per una specifica regolamentazione della materia, da sviluppare in occasione dell’approvazione della Strategia energetico – ambientale regionale. Sarà anche fondamentale la ricerca di ulteriori momenti di concertazione, tenendo conto che, se non si dovesse arrivare ad un punto di incontro, si dovrà agire nel rispetto della normativa e nell’interesse delle comunità coinvolte.

Il documento potrebbe arrivare in Aula già domani, contraddistinto dalla massima urgenza. Ad inizio seduta il presidente Brega, come annunciato nella precedente riunione, ha consegnato a tutti i commissari una bozza del documento, sul quale sono stati proposti emendamenti (Liberati- M5s e De Vincenzi-Rp) “per un testo – hanno detto i proponenti – maggiormente esplicativo e chiaro rispetto alla posizione della Commissione”. Nelle dichiarazioni di voto, Andrea Liberati (M5s) ha motivato la sua astensione sottolineando “la debolezza di un documento fatto ancora di luci ed ombre, che abbiamo tuttavia contribuito a migliorare”, definendo dunque “non sufficiente il pur apprezzabile sforzo compiuto dalla Commissione. L’Alfina – ha detto – è ancora a rischio”. Emanuele Fiorini (Lega Nord), al pari del consigliere pentastellato, ha ritenuto il documento “troppo blando, quando serviva – ha spiegato – una presa di posizione più netta e più chiara. Non siamo d’accordo sul demandare ogni decisione alla Giunta regionale”. Silvano Rometti (SeR) e Gianfranco Chiacchieroni (Pd) hanno invece definito il dispositivo della risoluzione “una sintesi che non smentisce tutto il lavoro tecnico svolto dagli uffici regionali in un iter abbastanza lungo, partito nel 2011. Un tempo in cui ci sono stati approfondimenti e verifiche di conformità rispetto alle norme esistenti. Un documento, questo, che recepisce pienamente le preoccupazioni dei cittadini e la posizione delle Amministrazioni locali più volte espresse in proposito”.

Per il presidente Eros Brega c’è stato il mantenimento dei rispetto dei tempi per l’approfondimento della questione, come richiesto dall’Aula di Palazzo Cesaroni. “Sono presidente di questa Commissione da pochissime settimane – ha ricordato – ed in una ventina di giorni siamo stati in grado di deliberare un parere particolarmente chiaro che ha visto un voto, se non proprio unanime, comunque di sostanziale condivisione, vista l’astensione dei commissari dell’opposizione. Siamo giunti al dispositivo della risoluzione con grande senso di responsabilità, attenendoci attentamente alle nostre competenze. Nel ringraziare il mio predecessore (Giuseppe Biancarelli, ndr) per aver prima di me approfondito la questione, sono convinto di aver lavorato, insieme a tutta la Commissione, per il bene dell’Ente che rappresentiamo e per i cittadini umbri”

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