Gualdo Tadino, la città della ceramica con Fabriano per combattere la crisi dell’edilizia

GUALDO TADINO – Una fotografia del settore e degli interventi ancora da finanziare, poi una proposta concreta da costruire e inviare in maniera congiunta e da inviare alle regioni Umbria e Marche e al governo. E’ la proposta del sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti e del collega di Fabriano Giancarlo Sagramola per il settore edilizio.

I due comuni forniscono poi dati allarmanti. Solo in Umbria, secondo i dati provenienti dalla Cassa Edile di Perugia i numeri sono impietosi: nel 2008 le imprese erano 2.921, gli operai 13.236, nessuna ora di Cassa integrazione, le ore lavorate 19.318.697 e la massa salari 170.317.587, mentre nel 2015 i dati sono notevolmente scesi con 1.503 imprese, 6.561 operai, 978.206 ore di Cig, 7.398.804 ore lavorate e 77.465.832 di massa salari. Una situazione che diventa inoltre più critica in quei territori colpiti negli scorsi anni dal terremoto, come ad esempio la zona di Gualdo Tadino e Fabriano.

Per mettere un freno a questa situazione, i primi cittadini di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti e di Fabriano, Giancarlo Sagramola lanciano così una proposta, in qualità di rappresentanti dei comuni più grandi della fascia appenninica feriti dal sisma del 1997.  “La forte crisi del settore edilizio nel territorio di Umbria e Marche, specialmente nei nostri Comuni che hanno attraversato il periodo di ristrutturazione post sisma del 1997, è putroppo ad oggi un dato di fatto. Una situazione difficile – sottolineano Presciutti e Sagramola – per la quale occorre trovare al più presto soluzioni che possano rivitalizzare il comparto. Per questo motivo, per farlo, occorre realizzare una forte sinergia tra istituzioni locali di Umbria-Marche, tra le rappresentanze imprenditoriali ed i sindacati, per costruire in tempi brevi, da una parte una fotografia degli interventi ancora da finanziare, dall’altro una proposta da inviare in modo congiunto alle due Regioni e al Governo. Il tutto per ovvi motivi, ossia per rimettere in piede e rivitalizzare l’economia dei nostri territori che stanno attraversando una grande crisi e per riqualificare dal punto vista edilizio ed energetico edifici e strutture pubbliche e private che sorgono nei nostri Comuni”.

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