I 5 Stelle intervengono sugli esuberi in Umbria: sono 736

PERUGIA  – Sono 736 i posti di lavoro in Umbria che in questo periodo estivo sono a rischio. A riportare questi dati il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle  Andrea Liberati, che in una conferenza stampa tenutasi in Regione a Palazzo Cesaroni, fa il punto sullo stato dell’arte dei lavoratori di diverse aziende collocate sul territorio umbro, che potrebbero trovarsi disoccupati a breve. Più precisamente sono: 340 della Perugina, 66 di Terni Energia, 190 della Pozzi (a ottobre scade la cassa integrazione), 40 di Thyssen Krupp, 40 di Novelli e 60 della Colussi. E a questi si dovrebbero aggiungere i licenziati alla Trafomec di Tavernelle. Oltre al consigliere regionale, erano presenti all’incontro anche i due parlamentari umbri, il deputato Filippo Gallinella e il senatore Stefano Lucidi e il parlamentare europeo Laura Agea, che in apertura della conferenza, hanno voluto ricordare anche l’imprenditore che si è ucciso all’interno della sua azienda di Umbertide.

La loro preoccupazione e allarmismo è emersa con tutta chiarezza. Alla situazione di disagio cui va incontro chi perde un posto di lavoro, si aggiunge anche l’apparente immobilismo delle istituzioni e delle forze politiche. A tal proposito Liberati interviene affermando che: «Serve una forte assunzione di responsabilità siamo di fronte ad una vera e propria emergenza eppure i palazzi sono deserti. Il 2 agosto c’era una nostra interrogazione sul caso Perugina e non si è presentato nessuno della giunta». E poi entrano nel merito di con due atti concreti. Il primo riguarda una mozione per richiedere il riconoscimento del beneficio amianto per tutti quei lavoratori che negli anni sono stati esposti in maniera diretta o indiretta alle polveri di amianto, che provoca malattie mortali. Una vicenda che riguarda diversi complessi produttivi, sia nel ternano che nel perugino (in particolare nelle aziende Ast Terni, Sgl Narni e Ogr Foligno). Il secondo atto è una richiesta di audizione per l’amministratore delegato Massimiliano Burelli, per chiedere il congelamento dei 40 esuberi all’Ast. In particolare Liberati si domanda che intenzioni hanno i tedeschi. «Alla Ast di Terni – ha ricordato Liberati – le relazioni sindacali sono interrotte, cosa che non accadeva da anni, perché l’azienda ha deciso di licenziare almeno 40 impiegati la Thyssen Krupp ha già annunciato 18mila esuberi per i prossimi anni e non è chiaro se anche Ast sarà interessata. Non si capisce cosa vogliono fare i tedeschi con questa azienda e con la discarica di Pentima – Valle, sulla cui bonifica non esiste alcuna certezza». E poi interviene anche sul caso di Terni Energia, sostenendo che «il riconoscimento dell’area di crisi complessa per Terni rischia di portare finanziamenti a pioggia che andranno ad alimentare nuovi clientelismi. Abbiamo chiesto un incontro in Commissione con sindacati e associazioni datoriali sugli esuberi annunciati da TerniEnergia: un disastro a cui bisognerà fare fronte, che potrebbe culminare con la delocalizzazione dell’azienda stessa. Restiamo molto perplessi dal modo in cui la Giunta regionale affronta queste vicende».

Il parlamentare Gallinella invece interviene sul caso della Perugina, affermando che «gli accordi erano che alla fine del percorso di cassa integrazione non ci sarebbero stati esuberi, invece questi accordi sono stati rivisti, per questo abbiamo presentato una risoluzione in commissione lavoro per chiedere al governo di farsi carico dei patti presi, ora ci aspettiamo che il governo agisca a tutela dei lavoratori e del marchio. A settembre incontreremo di nuovo lavoratori, sindacati e dirigenza. Non si può fare un investimento produttivo a discapito dei lavoratori». E infine il senatore Lucidi interviene facendo un quadro generale sulle aziende umbre e il rapporto con la politica. «La vita media di una start-up in Umbria – spiega il senatore – è di un anno e mezzo questo perché evidentemente la politica non è stata in grado di supportare le start-up dopo la loro nascita. Questo si aggiunge ai dati sulla vita media delle imprese: dai 10 ai 12 anni. Il tema della politica secondo noi è una visione nuova, ci vuole una freschezza, una lucidità mentale per mettersi ad un tavolo e progettare il futuro delle nuove generazioni. Freschezza che però non c’è perché sia su base locale che su base nazionale i politici sono più preoccupati a risolvere le loro beghe (penso al sindaco di Terni) piuttosto che a pensare alla collettività».

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