Il Sottosegretario al Ministero dell’Interno Gianpiero Bocci incontra i commissari del comune di Corleone sciolto per mafia

Il Sottosegretario al ministero dell’Interno Gianpiero Bocci si è recato in Sicilia per testimoniare la presenza dello stato sul territorio a seguito della morte di Totò Riina e per il commissariamento del Comune di Corleone da parte del Consiglio dei ministri, per infiltrazioni mafiose. Nell’incontro tenutosi a Corleone, patria dell’indiscusso capo mafia denominato  ‘u curto’, il boss che fece la guerra allo Stato, con una cerimonia molto partecipata, è stato intitolato il distaccamento dei Vigili del Fuoco al caposquadra Giuseppe Siciliano, medaglia d’oro al valore civile, che perse la vita nel crollo di una palazzina di Via Pagano a Palermo, l’11 marzo del 1999. In questa occasione, l’.On Bocci si è confrontato con numerosi esponenti della Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, rimarcando come “la presenza di tutti i vertici delle forze dell’ordine e di tanti rappresentanti delle istituzioni a questa cerimonia rappresenta la volontà di proseguire nell’azione di contrasto di ogni potere mafioso, come pure la volontà di sostenere la comunità corleonese nella coraggiosa strada intrapresa del cambiamento e della rinascita”. Con queste parole il sottosegretario all’Interno vuole rimarcare il cambio di rotta intrapreso dai cittadini di questo territorio, i quali avvertono l’esigenza di voltare pagina dopo che per molti anni il nome di questa città è stato inevitabilmente associato a quello della mafia. E lo fa proprio partendo dalla valorizzazione di uomini che hanno messo la loro vita a disposizione degli altri. Il sottosegretario Bocci ha voluto anche evidenziare il coraggio di Giuseppe Siciliano: “Ricordarlo è un occasione per esprimere un forte sentimento di gratitudine nei confronti di tanti uomini dello Stato che hanno sacrificato la loro vita per un ideale di giustizia e libertà”. Anche il prefetto d Palermo Antonella De Miro ha dato enfasi a questo momento di rinascita a cui sta andando incontro la comunità locale, anche a seguito della morte del “feroce assassino antistato” così definisce Riina: “Dopo il buio di questi giorni, sempre sui media come città di mafia, giunge adesso un segnale di positiva attenzione per una comunità che vuole scrollarsi di dosso il paradigma di città del male, scelta per fare memoria del bene, del sacrificio altruistico di un uomo che voleva provare a salvare a tutti i costi due vite umane”. Alla cerimonia erano anche presenti la moglie e i due figli del caposquadra, oltre a numerosi bambini delle scuole di Corleone. Infine, il sottosegretario Bocci ha anche incontrato i commissari prefettizi inviati dal ministero dell’Interno a seguito dello scioglimento del Comune di Corleone per infiltrazioni mafiose.

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