Inceneritore Asm, dopo la sentenza parlano gli avvocati: “Teorema accusatorio completamente respinto”

TERNI – Dalla sentenza del processo sul funzionamento dell’inceneritore Asm, letta ieri dal tribunale di Terni, “emerge con chiarezza che l’impegnativo teorema accusatorio costruito dalla procura della Repubblica è stato completamente respinto”. Lo dicono gli avvocati David Brunelli e Adriana Faloci, difensori dell’ex sindaco Paolo Raffaelli, degli ex presidenti Asm Giacomo Porrazzini e Stefano Tirinzi, e degli ex membri del cda Raffaele Antonio Iannotti e Attilio Amadio.
In attesa di conoscere la motivazione della sentenza, i due legali sottolineano che “il tribunale ha escluso che i vertici Asm abbiano agito con la deliberata intenzione di far funzionare l’inceneritore a tutti i costi, accettando anche la conseguenza di devastare l’ambiente ternano e decidendo di emarginare all’interno della struttura coloro che si opponevano a un simile disegno, rendendo frustrante la loro vita lavorativa”.
Gli avvocati Brunelli e Faloci sottolineano che il dispositivo “ha inoltre radicalmente escluso che ispiratore di ciò potesse essere il sindaco Paolo Raffaelli, che la procura aveva chiamato a rispondere come concorrente in quasi tutti i reati addebitati alla gestione dell’azienda. L’ex sindaco è stato infatti assolto, per estraneità, anche dai reati per i quali il tribunale doveva solo dichiarare l’intervenuta prescrizione, essendo ‘evidente’ che egli non avesse commesso il fatto”.
“Al termine di un maxi processo durato nove anni – scrivono i due legali – con una ventina di imputati e decine di reati anche gravissimi loro contestati, con spese ingenti in termini di personale, mezzi e consulenze, che ha distrutto o condizionato vite, carriere e aspettative di tutti coloro che sono stati coinvolti, il tribunale di Terni ha ridotto la mole delle accuse ad una semplice vicenda di contrasto personale tra il direttore generale e un suo sottoposto, riconoscendo nel comportamento del primo estremi di inadeguatezza, per il resto escludendo anche tutte le ipotesi di mobbing e di violazione dei diritti sindacali costruite sulle voci di altri lavoratori ‘insoddisfatti’. In definitiva – concludono gli avvocati Brunelli e Faloci – con il processo dell’inceneritore si chiude una pagina emblematica dei rapporti tra giustizia economia e politica, che dovrebbe far attentamente riflettere chi ancora crede che le aule di tribunale siano il luogo più adatto per scrivere la storia del nostro Paese”.

E sulla vicenda interviene anche il Pd. “Finalmente, dopo quasi dieci anni – scrivono il Pd di Terni e quello provinciale -la magistratura competente pone un elemento di chiarezza rispetto alla vicenda giudiziaria legata all’inceneritore di Terni, rimuovendo ombre ingombranti e restituendo serenità e dignità agli amministratori coinvolti, assolti dalle accuse mosse, e alla comunità locale”. “Troppo spesso – si legge nella nota – negli ultimi anni, anche sull’onda delle vicende giudiziarie legate all’Asm, il dibattito politico intorno alle questioni ambientali è stato piegato a strumentalità, creando distorsioni e acuendo i profili di un tema che merita centralità, insieme però a serietà ed equilibrio. L’auspicio adesso è che si possa riportare nella normalità una discussione politica finita decisamente sopra le righe. L’esito positivo del processo, intanto, dimostra la correttezza dell’operato del Paolo Raffaelli e delle amministrazioni di centrosinistra da lui guidate.  Il Pd continuerà a tenere la questione ambientale in cima alla lista delle priorità e tra le questioni strategiche per lo sviluppo del territorio “.
Processo Asm, Ieri la  SENTENZA

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