Inchiesta rifiuti, il pm chiede l’interdizione dall’esercizio per Gesenu e Tsa. Il Riesame deciderà anche sul commissariamento giudiziale

PERUGIA – Il Riesame dovrà decidere anche sul commissariamento giudiziale di Gesenu e Tsa, come chiesto dal Valentina Manuali al Gip, che non lo ha concesso. Secondo il giudice Avenoso non sussistevano i presupposti cautelari per giustificare una misura così pesante. “Questo ufficio – scrive il Gip – nell’ottica di un prudente bilanciamento tra esigenze cautelari e necessità di garantire nell’interesse pubblico la prosecuzione dei servizi indifferibili la cui interruzione, trattandosi di attività collegate all’igiene urbana e alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, potrebbe incidere gravemente sui diritti fondamentali costituzionalmente garantiti”, li ha rigettati. Per il pm il commissario doveva servire alla prosecuzione dell’attività. Ma il pm rilancia anche sull’interdizione immediata dall’esercizio delle attività per Gesenu, Tsa e Fratelli Baldini.

Intanto si contano i danni, anche sul fronte dell’ambiente. A Pietramelina un boschetto confinante con la discarica è rimasto completamente secco. Proprio a Pietramelina infatti gli uomini del Corpo forestale hanno trovato il telo di fondo danneggiato con una rottura estesa per decine di metri provocando circolo di percolato, causato a sua volta dai rifiuti umidi conferiti illecitamente. Alcuni dipendenti hanno riferito poi che, in occasione delle forti piogge, veniva aperta la saracinesca, per far confluire il percolato nel torrente. Dai documenti del giudice emerge poi il coinvolgimento nell’inchiesta della ditta F.lli Baldini di autotrasporti, che “falsificava il peso, aumentandolo per avere maggiori introiti”. La truffa era anche relativa ai codici attribuiti ai rifiuti, per poterli smaltire in economia.

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