Jp Industries, a settembre tavolo con parti sociali e proprietà

NOCERA UMBRA – Il caso Merloni – Jp Industries ieri è approdato in Parlamento, con il viceministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova, che ha risposto a Montecitorio all’interrogazione della deputata umbra M5S Tiziana Ciprini. La grillina ha ripercorso le ultime tappe della vertenza  fino all’ultimo tavolo ministeriale del 10 maggio 2016, “con la presenza dei commissari straordinari dell’Antonio Merloni S.p.A. e i rappresentanti di Intesa San Paolo, Monte dei Paschi, UniCredit, Banca delle Marche, dove è emerso che mentre Intesa San Paolo e UniCredit, così come Ubi Banca, hanno deliberato la sottoscrizione dell’atto di transazione, le altre banche hanno invece chiesto ulteriore tempo. In quella sede, il Ministero dello sviluppo economico espresse l’assoluta necessità di accelerare i tempi di delibera, definire il testo conclusivo dell’atto di transazione nel più breve tempo possibile, sollecitare l’adesione di J&P all’atto di transazione, iniziare infine il confronto tra le realtà creditizie e J&P, rispetto ai finanziamenti a sostegno del piano industriale”.

“L’area coinvolta dalla crisi del gruppo Merloni è interessata infatti da un accordo di programma per la disciplina degli interventi di reindustrializzazione, sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico e dalla regione Umbria, regione Marche, Invitalia, integrato con atto sottoscritto il 12 ottobre 2012, finalizzato alla salvaguardia e al consolidamento del tessuto imprenditoriale, nonché al reimpiego e alla riqualificazione dei lavoratori della società”. In questo quadro la richiesta della Ciprini era relativamente ai “motivi che hanno impedito la celere conclusione dell’atto di transazione con le banche creditrici e quali iniziative sta adottando il Governo al riguardo e si chiede quali urgenti iniziative si intendano intraprendere per favorire l’accordo con gli istituti di credito”.

Anche la Bellanova è ripartita dal punto della situazione: “in data 7 giugno 2016 il Governo, rispondendo ad un’interrogazione alla X Commissione della Camera, presentata dagli onorevoli Giulietti e Lodolini, ha fornito elementi informativi, con i quali si ricostruiva la vicenda relativa all’ex Merloni. Tra l’altro, relativamente al programma di investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo proposto dalla J&P Industries, finalizzato alla sua riqualificazione produttiva ed all’ampliamento della sua gamma di prodotti, si rammenta che il medesimo è stato valutato dal Ministero dello sviluppo economico coerente con la strumentazione agevolativa di riferimento (decreto ministeriale primo aprile 2015 e legge n. 181 del 1989). Il Ministero dello sviluppo economico ha quindi confermato la propria disponibilità a formalizzare un accordo di programma con le regioni Marche e Umbria, allo scopo di promuovere il progetto con risorse finanziarie pubbliche per 24 milioni di euro, fatta salva la dimostrazione della disponibilità, da parte dell’acquirente, di ulteriori risorse finanziarie private, necessarie per la realizzazione del progetto di sviluppo nel suo complesso. Ricordo che a oggi, come risulta anche agli onorevoli interpellanti, l’atto di transazione con le banche creditrici risulta non ancora sottoscritto da parte del soggetto imprenditoriale J&P Industries. Su questo punto e sugli altri finanziamenti relativi al programma di investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo proposto dalla J&P Industries, il confronto con le banche prosegue in maniera serrata”.

“Nel frattempo la società – continua il viceministro – i cui lavoratori usufruiscono della cassa integrazione fino al 23 settembre 2017, ha comunicato, in data 29 luglio, di aver avviato la procedura di licenziamento collettivo per 400 lavoratori. Tale improvvisa decisione ha colto di sorpresa i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali e le organizzazioni sindacali. Subito sono state avviate iniziative volte ad approfondire le questioni che hanno portato l’azienda ad assumere tale provvedimento. Appena appresa la notizia, a nome del Governo ho rivolto un appello alla società, affinché revocasse la procedura di mobilità, impegnandomi contestualmente, nell’ambito delle prerogative a me attribuite, ad attivare ogni utile iniziativa al fine di scongiurare ulteriori situazioni traumatiche per il tessuto sociale ed economico di un territorio già fortemente colpito dalla crisi economica degli ultimi anni. A tal fine, oltre ad aver attivato un’ulteriore utile interlocuzione con alcuni parlamentari dei territori, ho provveduto, in data 3 agosto, ad incontrare il presidente della regione Marche, il vicepresidente della giunta regionale dell’Umbria e i sindaci delle città interessate di Fabriano, Gualdo Tadino e Nocera Umbra, che richiedevano un urgente intervento del Governo. Nell’incontro si è stabilito un percorso di supporto istituzionale, volto in primo luogo alla tutela dei posti di lavoro dei dipendenti della J&P coinvolti nelle procedure di mobilità e parallelamente ad attivare un confronto con gli istituti di credito interessati alla vicenda, al fine di verificare la sostenibilità del piano industriale dell’azienda. È mia intenzione altresì convocare, agli inizi di settembre, un tavolo di confronto con il partenariato sociale e l’azienda. Ho insistito inoltre nel chiedere all’azienda di bloccare la procedura di mobilità e di attivarsi per trovare soluzioni utili. A tal proposito, nella giornata di ieri, 4 agosto, l’azienda ha comunicato di aver accolto l’invito del Governo al ritiro della mobilità per i 400 lavoratori interessati. Nell’apprezzare tale decisione, che consente di affrontare con maggiore serenità e allo stesso tempo in maniera più approfondita una questione ancora molto complessa, il Governo rimane consapevole degli sforzi e degli impegni da assumere per condurre ad un esito positivo la vicenda e pertanto continuerà a seguire con la massima attenzione l’evolversi della situazione”.

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