La mosca olearia mette a rischio la raccolta delle olive umbre

TERNI – Lotta alla mosca olearia, una mosca che si annida tra le coltivazioni degli ulivi. Anche l’Umbria quest’anno ha dovuto e deve ancora pagare i conti con questo insetto. A breve si inizierà a raccogliere l’oliva e nel corso del 2016 ci sono stati degli attacchi importanti da parte della mosca che ha infestato le olive su circa il 30% dell’intero raccolto.

Un problema da non sottovalutare. Nell’intervista, Maurizio  Liorni, già campione italiano di potatura, 25 anni di attività assistenza tecnica in agricoltura, agronomo ed assaggiatore di olio dal 1989, spiega come combattere la mosca olearia, e soprattutto tutte le precauzioni da prendere per evitare di rimanere senza raccolto.

“L’attacco della mosca olearia ( in una prima fase a fine luglio-agosto, poi nel mese di settembre) ha interessato – spiega l’agronomo –  tutto il territorio regionale. Il fenomeno è stato favorito dall’inverno mite e dalle temperature estive non elevatissime con piogge non frequenti ma distribuite.

Una situazione figlia del riscaldamento globale a cui – a lungo andare – ci dovremmo abituare”.

Come attrezzarsi? “Prima di tutto monitorando il territorio. Nello specifico con il mutare delle condizioni climatiche, cambia anche il comportamento della mosca. Noi – di conseguenza – dobbiamo stare al passo con i cambiamenti.

Se all’olivo non sarà assicurata un’adeguata difesa fitosanitaria – sia contro le malattie fungine che contro gli insetti – non avremo produzioni significative. Questo comporta una mirata assistenza tecnica ed una migliore conoscenza dei problemi fitosanitari anche da parte dell’olivicoltore.

Il rischio è l’abbandono totale della coltivazione. Basta fare un giro in campagna per rendersi conto di quanti oliveti sono in queste condizioni. Tanti sono i problemi  che interessano il settore olivicolo.

Ne cito solo  due: l’offerta frammentata del prodotto e la sua scarsa valorizzazione. Per questo, occorre creare aggregazione fra gli olivicoltori per arrivare sul mercato con una massa critica importante. Cambiando anche il modo di pensare si può arrivare ad un obiettivo condivizo: il produttore che mi è vicino non deve essere il mio peggior concorrente, ma il mio miglior alleato per raggiungere lo scopo.

Si può valorizzare il prodotto di qualità sia in termini economici che nutrizionai e salutistici partendo dalle scuole per promuovere un consumo consapevole del domani”.

L’agronomo spiega poi il periodo “difficile” che stiamo attraversando: “Siamo in un periodo di grande trasformazione in tutti i campi. Nulla sarà più come prima e ci dobbiamo attivare per fronteggiare e vincere le nuove sfide. Come consumatori cogliamo l’occasione dell’apertura dei frantoi per andare ad assaggiare gli oli extravergini e farci una nostra cultura del settore.

Anche noi possiamo – sulla base delle nostre scelte come consumatori informati – contribuire al rilancio del settore olio extravergine di oliva”.

@MCScardocci

 

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