Legge sulle acque, la Seconda commissione ascolta le imprese: “Servono garanzie sui progetti”

PERUGIA – Continua in Seconda commissione di Palazzo Cesaroni l’iter delle due proposte di legge, una a firma Smacchi – Rometti e una Liberati – Carbonari, per la modifica della legge regionale sui canoni concessori per l’imbottigliamento delle acque minerali. Dopo i sindaci, oggi sono state ascoltate le imprese rappresentanti. Da tutti i rappresentanti delle imprese un sostanziale via libera, con diverse sfumature, all’iniziativa. “Il nostro – ha detto Smacchi – vuole essere un aumento della percentuale per la redistribuzione di risorse sui canoni. Vogliamo anche cambiare il sistema di conferimento delle risorse”. Più ad ampio raggio la modifica richiesta dal Movimento 5 Stelle, anche toccando la dirigente regionale del settore.

L’avvio degli interventi è stato di Nadia Monacelli, al vertice della Comunanza dell’Appennino Gualdese che è titolare dell’uso civico nei territori dove è presente la concessione Rocchetta. Dalla Monacelli i consigli sulla modifica della legge che, secondo lei, è incostituzionale in quanto non prevede bandi pubblici per le concessioni. Sempre entrando nel contenzioso della Comunanza con Rocchetta, la Monacelli ha sottolineato la necessità di inserire i contatori per verificare l’effettiva corrispondenza dei canoni versati. Secondo la comunanza gualdese non si può neanche andare in deroga con le concessioni rispetto a norme nazionali. Dalla rappresentante Rocchetta Chiara Bigaroni si è detta “disponibile a valutare la redistribuzione dei canoni. Il problema è anche la disomogeneità del coefficiente che viene richiesto alle aziende in diverse regioni”.

commissione-acque2Importante anche l’intervento e il contributo di Nadia Marasca, l’amministratrice della Nocera Umbra Fonti Storiche. “Mi dispiace – ha detto – che le imprese che fanno investimenti vengano considerate degli usurpatori. Oggi andiamo a rispondere ad un rapporto tra Regione e comuni. Va sottolineato però che molti non comuni, spesso, non hanno modo di fare progetti. Siamo sicuri che lasciando loro il 70 per cento delle risorse avremo il progetto? Ci vuole qualcuno che sia in grado di valorizzare le risorse”. Ok alla proposta dal rappresentante di San Gemini e da quello delle Terme Francescane, che però ha anche sollecitato la commissione a prendere in considerazione anche il settore del termalismo. Il consigliere Smacchi, in chiusura, ha ribadito poi l’importanza di aiutare e sostenere queste aziende, in quanto “unico presidio dell’occupazione, evitando la desertificazione”.

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