Mense scolastiche a Terni: FdI-An presenta il piano

da Marco Cecconi, capogruppo FdI-An

TERNI – “Ristrutturare le cucine esistenti ed utilizzarle come centri di cottura”. Questa in estrema sintesi la proposta che arriva da FdI-An, che non molla la presa su un caso annoso che investe il Comune di Terni.

Nei mesi scorsi avevamo ravvisato vistose anomalie sia nel profilo della Società attualmente affidataria del servizio di refezione scolastica nelle scuole comunali ternane, sia nel nuovo bando di gara che la giunta andava predisponendo in vista della imminente scadenza (31 dicembre prossimo) della convenzione vigente.

Le suddette anomalie erano state entrambe evidenziate da parte nostra in una interrogazione dello scorso mese di settembre. Si trattava di una interrogazione con la quale, da un lato, chiedevamo – inutilmente – di verificare i requisiti soggettivi dei dirigenti della Società in questione, a fronte dei precedenti per irregolarità commesse altrove proprio nell’espletamento di analoghi servizi per altri Comuni. E, dall’altro, denunciavamo una configurazione del nuovo bando tale da precludere la partecipazione di aziende non in possesso di requisiti a nostro avviso forzati, strumentali, inutili se non controproducenti.

Come è noto, tali anomalie risulterebbero al centro del corrispondente filone di indagine aperto dalla magistratura nell’inchiesta su quella che è stata ribattezzata dai media come “appaltopoli ternana”, ovvero nell’ambito della cosiddetta “operazione-Spada”.

Ed è altrettanto noto che l’esito di quella nostra interrogazione – discussa in aula prima della notifica degli avvisi di garanzia – è stata una risposta del tutto evasiva ed omissiva, che ha rivelato l’assoluta indisponibilità della giunta (tra vecchi e nuovi assessori al ramo) di entrare nel merito delle scottanti questioni sollevate.

Noi oggi siamo qui non tanto e non solo per esporre tali circostanze, quanto soprattutto per presentare una proposta alternativa: una proposta che chiediamo di recepire nel nuovo bando in tutte le sue indicazioni emendative, che sono volte a garantire innanzitutto non certo le aspettative di questa o quell’azienda, quanto gli interessi dell’utenza, la massima qualità delle prestazioni, il minor impatto ambientale possibile nell’erogazione del servizio e, congiuntamente, la valorizzazione del patrimonio comunale.

QUANTI CENTRI DI COTTURA

Il cuore delle nostre proposte emendative ha a che fare con il numero e la tipologia dei centri di cottura che devono essere previsti nel nuovo bando.

Sappiamo già – la Procura sta indagando non a caso soprattutto su questo aspetto – che il fatto di aver previsto (com’è nella proposta di bando attuale) che l’azienda aggiudicataria debba possedere due centri di cottura entro una distanza predeterminata appare pretestuoso e sospetto, perché di fatto restringe la gamma delle imprese concorrenti alla sola All Food o giù di lì….

E conosciamo già le obiezioni della giunta al riguardo, intervenute dopo gli avvisi di garanzia, per aver il sindaco spiegato in consiglio comunale che il secondo centro di cottura entro 20 km rappresenterebbe una sorta di garanzia in caso di emergenza.

  • La nostra proposta di modifica, a suo modo rivoluzionaria, prevede che debbano intendersi come ‘centri di cottura’ tutte le cucine attualmente presenti nelle scuole comunali ternane: cucine al momento in stato di colpevole abbandono, ma che noi prevediamo debbano essere ristrutturate, adeguate, efficientate e messe a norma, a cura dell’affidatario, salvo che esse resteranno per sempre di proprietà dell’Amministrazione comunale.

  • L’adeguamento delle cucine rappresenta – nella nostra ipotesi di bando di gara – un aspetto qualificante dell’offerta tecnica e come tale sarà valutato, attraverso l’attribuzione di un punteggio importante assegnato proprio a questa ‘voce’.

  • L’adozione delle cucine interne come ‘centro di cottura’ – che consentirà, fra le altre cose, anche l’utilizzo in loco di suppellettili in ceramica – comporterà la conseguenza che, su un totale di 3milioni e 379mila520 pasti annuali, solo 424mila80 pasti dovranno essere trasportati da una scuola all’altra: ma le distanze, così facendo, sono davvero irrisorie; i trasporti saranno conseguentemente quantomai contenuti e tali da poter essere senz’altro coperti – come noi esplicitamente prevediamo – in brevissimo tempo da mezzi a basso impatto ambientale.

  • Riformulato in questi termini l’impianto generale della fornitura, adesso e solo adesso risulterebbero adeguati sia l’importo a base d’asta previsto (considerati gli investimenti che, con la nostra proposta, si chiedono all’affidatario), come anche la durata dell’appalto (che adesso e solo adesso diventerebbe congrua, proprio in ragione della necessità per l’affidatario di ammortizzare i suddetti investimenti).

  • Non sfugge a nessuno che, articolando così il servizio – con tanti centri di cottura sul territorio quante sono le cucine esistenti – si raggiungerebbe senz’altro l’obiettivo di prestare un servizio di refezione scolastica di alta qualità assai più corrispondente alle istanze avanzate dalle famiglie ternane, implementando oltretutto in modo significativo il patrimonio comunale.

QUALI STANDARD DI QUALITÀ

E QUALI CONTROLLI

  • Altri punti qualificanti della nostra proposta sono rappresentati – sotto il profilo della legalità, ovvero dell’affidabilità dell’impresa a cui aggiudicare l’appalto – da una più stringente verifica delle anomalie ravvisabili nelle offerte (pensiamo ad esempio ai ribassi eccessivi) e dal conseguente ampliamento delle cause di esclusione previste nel bando: si tratta di discrezionalità che la legge espressamente riserva alle Amministrazioni in sede di commissione di gara. E delle quali riteniamo che il Comune di Terni debba, in questo caso più che mai, avvalersi fino in fondo, a garanzia dell’utenza tanto quanto dell’uso corretto del danaro pubblico.

  • Non meno importante, sotto questo profilo – come relativamente ad aspetti altrettanto strategici quali quello della salute e, vorremmo aggiungere, del diritto ad un ‘buon cibo’ (piuttosto che un cibo purché sia…) – è l’inserimento che chiediamo di introdurre nel capitolato di una dettagliatissima tabella, attualmente assente, in ordine alla provenienza dei cibi, delle opzioni a favore delle colture e acquacolture biologiche, dei prodotti derivanti da pesca sostenibile, dei prodotti tipici e tradizionali, anche assistiti da certificazioni DOP/IGP.

In linea generale, si tratta di garantire ai bambini che frequentano le scuole comunali ternane, il cibo più sano, sapido ed appetibile possibile. Nello specifico, intendiamo scongiurare per sempre il rischio che, nella fornitura, si incappi in quelle ‘disavventure’ per le quali la All Food, attuale affidatario, è già stata condannata in altre città.

PAGAMENTI E RISCOSSIONI

Chiediamo infine di rivedere, nella versione definitiva del bando, la previsione che – nell’attuale formulazione dello stesso – assegna al gestore del servizio il ruolo di esattore delle rette corrisposte dalle famiglie.

  • È ben chiaro che, in forza di un simile meccanismo, l’impresa privata che viene ad aggiudicarsi la fornitura ottiene il grande vantaggio di eliminare un passaggio nella catena dei pagamenti, potendo utilizzare direttamente gli introiti derivanti dal versamento delle quote. Ma, a fronte di tante altre imprese private costrette invece, per altre tipologie di prestazioni, a dover attendere mesi e mesi prima di vedersi liquidare una fattura da parte del Comune di Terni – configurato come pessimo pagatore in tutte le classifiche nazionali di settore – questo rappresenterebbe appunto un ingiustificato privilegio: una vistosa sperequazione rispetto ad altri fornitori, che a nostro avviso deve essere senz’altro rimossa, prevedendo che le famiglie versino le proprie quote direttamente ed esclusivamente al Comune.

  • Assegnare inoltre al privato-gestore il ruolo di esattore, preclude con tutta evidenza quella sensibilità e quell’attenzione ai profili sociali del servizio (pensiamo ad esempio ad una contingente situazione di emergenza in cui una famiglia può venirsi a trovare, a sopravvenute condizioni di disagio e di bisogno e via dicendo) che per un Ente pubblico sono doverosi, ma che certamente – al contrario – non trovano cittadinanza nelle pure e semplici ‘ragioni d’impresa’.

GOVERNARE LA TRANSIZIONE

Si obietterà che, arrivati a questo punto, una simile riformulazione del bando – che prevede in capo all’aggiudicatario innanzitutto la ristrutturazione e l’implementazione delle cucine presenti nelle scuole comunali – comporterà uno slittamento dei tempi.

Molte, però, le repliche possibili.

  • È gravissimo, innanzitutto, che a monte – in vista di una scadenza prevedibile da anni, tanti quanti sono quelli che costituiscono l’attuale durata del contratto in essere – l’Amministrazione abbia messo meno alla scrittura nel nuovo bando solo nelle ultime settimane precedenti alla scadenza stessa.

  • Non a caso, questa circostanza, unitamente all’inevitabile conseguenza di una pubblicazione del bando a brevissimo termine dalla data assegnata per la presentazione delle offerte, ha ingenerato negli inquirenti il legittimo sospetto che non si volesse assegnare alla gara la trasparenza e la pubblicità dovute, precludendo ai più la possibilità di formulare e documentare le proprie offerte in tempo utile.

  • L’inchiesta stessa, d’altro canto, introduce senz’altro nuovi ed imprevisti motivi di rinvio: giacché non è realistico immaginare che – essendo l’appalto del servizio di refezione scolastico uno dei filoni principali dell’ “operazione-Spada” – l’Amministrazione possa procedere alla pubblicazione del nuovo bando prima che la magistratura si sia pronunciata al riguardo.

Se ritardi ci sono stati e ci sono, in altre parole, essi derivano certamente da responsabilità estranee a chi ha, prima, denunciato e, come noi, oggi propone dei cambiamenti: una ragione in più per fare ‘di necessità virtù’ e ‘approfittare dell’occasione’ (per così dire…) per riformulare il bando.

CONCLUSIONI

Ogni volta che abbiamo denunciato una carenza, un’anomalia, una lacuna od una irregolarità nell’operato dell’Amministrazione – che si trattasse del bilancio comunale o della sicurezza cittadina, delle cosiddette ‘case popolari’ o delle società partecipate – abbiamo sempre proposto una soluzione alternativa. Non ci siamo mai abbandonati, in altre parole, alla demagogia populista delle accuse a vuoto o delle denunce fine a se stesse. Da forza di governo quale riteniamo di essere – e quale ci candidiamo ad essere – abbiamo sempre associato alla denuncia la proposta. Modificare in meglio la gestione delle mense scolastiche a Terni è possibile: e questo è esattamente quello che Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale intende fare. Nell’interesse dei nostri bambini e delle loro famiglie, nell’interesse di Terni e della nostra comunità, nell’interesse di un’Amministrazione che voglia recuperare un profilo di legalità e di trasparenza oggi gravemente offuscato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.