Morte di Lamberto Lucaccioni, la mamma del 19enne indagato: “Mi ha detto: me ne pentirò per tutta la vita”

“Avrei voluto chiamare la mamma di Lamberto per dirle che sono con lei, che una mamma non dovrebbe mai passare per un dolore così grande, ma non sapevo come fare. Io, la madre dell’altro, ora che conforto le posso dare?”. A dirlo in un’intervista a La Nazione, è la mamma di Tommaso, il 19enne tifernate denunciato per spaccio e morte in conseguenza di altro reato per aver ceduto l’Mdma a Lamberto Lucaccioni.

“Vorrei che la gente capisse che mio figlio non è uno spacciatore”, ha anche aggiunto la donna. Tommaso, racconta ancora sua madre, “è distrutto, pentito. Si sente responsabile per quello che è accaduto. Non fa altro che piangere e dormire. Mi ha detto ‘Mamma ho fatto un errore grandissimo, il più grande, e me ne pentirò per tutta la vita’. Mi ha detto che quella è stata la prima volta che ha preso la droga. Sicuramente l’ultima”.

Di quella maledetta notte, la donna racconta: “Domenica mi hanno detto che Lamberto era morto. Era allucinante. Poi sono arrivati i carabinieri. Sentivo mio figlio confessare tra le lacrime. Lui parlava e io non riuscivo a crederci. Adesso continua a dire ‘Ho fatto una cazzata non so perché. Eravamo tutti insieme l’abbiamo presa tutti’”.

Il 19enne tifernate, che verrà sentito nei prossimi giorni dal pm di Rimini Elisa Milocco, domenica scorsa ai  carabinieri di Riccione aveva detto che la seconda dose di Mdma l’avrebbe procurata a Lamberto all’interno del Cocoricò da un altra persona, che a breve potrebbe essere identificata e denunciata.

Intanto il general manager della discoteca Cocorico’ di Riccione, Fabrizio De Meis, ha rassegnato le dimissioni dopo la tragedia di sabato scorso. La decisione è stata comunicata all’indomani dei funerali di Lamberto Lucaccioni.

L’ex patron della discoteca ha detto di sentirsi solo nella battaglia contro l’uso di droghe. “Non ci
sono – ha aggiunto – gli strumenti di legge adeguati”.
De Meis ha ricordato gli accorgimenti usati negli ultimi anni per evitare l’uso e lo spaccio all’interno del locale, come telecamere di ultima generazione, controlli ai clienti, campagne contro l’uso di stupefacenti e collaborazione con le forze dell’ordine.
“Inoltre – aggiunge – siamo stati gli unici ad aver proposto il Daspo per le discoteche, per impedire a protagonisti di reati di avere accesso. Ma dopo quello che è accaduto sabato ho capito che non è bastato”.
De Meis parla di “un muro invalicabile dove da una parte c’e’ la politica, le istituzioni, le forze dell’ordine e dall’altra c’e’ l’imprenditore, come fossimo uno nemico dell’altro senza renderci conto che tutti, sicuramente nel caso del Cocoricò”.
Dopo la morte di Lamberto Lucaccioni, si allunga lo spettro di una chiusura della discoteca, su decisione del questore di Rimini. E ieri sera, per ribadire la propria lotta alla droga, all’esterno del locale sono stati affissi manifesti: “Cocorico’ ama la musica no alla droga”, “La droga ti uccide”, “Basta #nonsipuomorirecosi”. Sempre ieri, in
occasione della serata ‘Diabolika’, il dj ha lanciato il messaggio “La droga uccide” ed è stato osservato un minuto di silenzio per la morte di Lamberto.
Intanto sul sito change.org è partita una petizione per non far chiudere il Cocoricò, che ha già raccolto duemila firme.

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