Norcia, il grido di dolore sbarca sui social: “Difficoltà anche a cambiare gli indumenti”

NORCIA – «Dateci una mano. L’emergenza è a uno stato di attuazione pietoso, ci confrontiamo tutti i giorni con gli operatori che sono dei veri Angeli ma completamente impotenti perché ci dicono tutti che non arrivano i materiali dal dipartimento di Protezione Civile a livello centrale!» E’ un grido di aiuto scritto sui social da un residente della frazione Popoli di Norcia. E poi ancora: «Dateci una mano! Gente se volte darci un mano cominciate a telefonare e a far smuovere il culo a qualche burocrate! Trovate i responsabili di questa vergognosa situazione». Un disagio molto diffuso fra le persone, amici e conoscenti. Molti si vergognano di chiedere alla Protezione civile perché hanno adottato un modo assurdo e complicato. A Norcia funziona il fai da te.

Il disagio da quanto appreso sembrerebbe sia causato dalla percezione che manchi un coordinamento di chi opera nella protezione civile istituzionale e, purtroppo, anche gli amministratori locali o sono oberati o sono impotenti. «Tutti i volontari – hanno spiegato – fanno un lavoro encomiabile, tutto ciò che opera a livello locale è impegnato al massimo e funziona. Sono arrivati tantissimi aiuti da ogni parte del paese, mancano i locali per immagazzinarli e distribuirli. Alcune frazioni si sono organizzate da sole e mediante il passa parola ricevono aiuti di beni di prima necessità. La devastazione è così estesa ed è inevitabile che ci sia chi si organizza da solo. Ma non si può restare indifferenti di fronte a chi ti dice che da giorni non può cambiare gli indumenti intimi».

La situazione è piuttosto critica, non soltanto per la distruzione delle chiese, importanti, preziose senza alcun dubbio. Ma ci sono famiglie in difficoltà, da quelle che non hanno più una casa e dormono ancora nelle auto, a quelle che non hanno una cucina per la mensa come accade nella frazione di Popoli, vicino Norcia, da dove è partito questo messaggio: «C’è qualcuno che ha una cucina da campo per la nostra frazione?»

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