Perugia, benedizione pasquale in orario scolastico al Galilei: è polemica
PERUGIA – L’annuncio di una benedizione pasquale a Perugia in orario scolastico ha suscitato le proteste di Psp-Partigiani della Scuola Pubblica e del Comitato Scuola e Costituzione che a Bologna avevano già sollevato la polemica, finita anche sul New York Times, contro la delibera del consiglio dell’istituto comprensivo 20 (due elementari e una media inferiore), che dopo la richiesta dei parroci delle chiese della zona, aveva autorizzato nel 2015 la benedizione, seppur in orario extrascolastico e con i bambini accompagnati dai genitori. Una decina di giorni fa il Consiglio di Stato aveva stabilito che le benedizioni a scuola, fuori dalle lezioni e facoltative, sono legittime, ribaltando la decisione del Tar Emilia-Romagna che aveva annullato la delibera con cui il consiglio di istituto di Bologna le aveva autorizzate.
Ora Psp e il Comitato riferiscono che “il genitore di un alunno del liceo Galileo Galilei di Perugia ci segnala una circolare della Dirigente scolastica nella quale si informano i docenti, gli alunni e il personale ATA che mercoledì prossimo il Vescovo ausiliare impartirà la benedizione pasquale nel piazzale della scuola, durante la seconda ricreazione della mattinata, a tutti coloro che saranno interessati”. “Chiediamo alla Dirigente Scolastica del Liceo, al Presidente del Consiglio d’ Istituto, al Direttore Scolastico Regionale e alla Ministra Fedeli di attivarsi per la immediata sospensione di questa circolare che è lesiva del principio della libertà di religione visto che costringerebbe gli studenti a manifestare pubblicamente la loro adesione o meno a un credo, per di più in orario scolastico, di cui la ‘ricreazione fa pienamente parte, in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato n. 1748/2016 pubblicata il 27/03/17”. “Tale iniziativa è una forzatura inaccettabile – concludono – nella Scuola laica della Costituzione, nella Scuola di tutti e per tutti, nella Scuola che unisce la popolazione scolastica su valori comuni. La Scuola pubblica pluralista deve essere esclusivamente luogo del sapere, della formazione, dell’inclusione, non luogo di diffusione di idee religiose o filosofiche di parte, che hanno i loro luoghi deputati allo scopo”.