Perugia fuori dal teatro Pavone: ok all’atto in consiglio comunale

PERUGIA – Il Consiglio ha approvato con 17 voti a favore (maggioranza), 10 contrari (opposizione) ed un astenuto (Camicia) la pratica relativa alla ricognizione e razionalizzazione delle partecipazioni del Comune di Perugia ai sensi dell’art. 20 del testo Unico in materia di Società a partecipazione pubblica. Informativa sull’attuazione del Piano ex art. 24 TUSP.

La razionalizzazione delle partecipazioni – si legge nell’atto illustrato dal vice sindaco Urbano Barelli– è posta in essere in ottemperanza a quanto previsto e stabilito nel d.lgs. 175 del 2016 cosiddetto testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (o Tusp).

In particolare, facendo seguito al piano straordinario di razionalizzazione approvato con delibera consiliare del 25 settembre 2017, la giunta ha proposto di procedere al riassetto delle partecipazioni in Umbria Tpl e Mobilità Spa e nella Teatro Pavone Srl mediante alienazione.

Ciò avverrà con asta pubblica; in caso di asta deserta si procederà alla dismissione mediante trattativa privata oppure mediante recesso ai sensi dell’art. 24 comma 5 del Tusp.

Il tutto entro la data del 31 dicembre 2019.

Per ciò che concerne Umbria Mobilità, la dismissione si rende necessaria in quanto la stessa non rispetta i parametri previsti dall’art. 20 comma 2 tusp lettere A (società non strettamente necessaria per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali) ed E (partecipazioni in società diverse da quelle costituite per la gestione di un servizio d’interesse generale che abbiano prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti). Tanto più che a distanza di oltre un anno dalla delibera del Consiglio comunale ancora oggi non si è provveduto alla costituzione della Agenzia unica regionale per la mobilità.

In ordine alla razionalizzazione della partecipazione in Umbria Mobilità, la giunta ha, dunque, proposto di avviare il procedimento di cessione delle quote entro il 1 settembre 2019,  a meno che, entro tale termine, non dovessero avverarsi tutte le condizioni funzionali all’avvio di operatività dell’Agenzia unica regionale per la mobilità.

In relazione alla Pavone srl, invece, oltre al mancato rispetto del già citato parametro di cui alla lettera E si configurano anche altri due punti: B (società prive di dipendenti o che abbiano un numero di amministratori superiori a quello dei dipendenti) e D (società che abbiano conseguito, nel triennio precedente, un fatturato medio non superiore ad un milione di euro). Viene quindi stabilita la dismissione della partecipazione a mezzo alienazione a titolo oneroso.

Circa Conap, pur in presenza di taluni indici di criticità previsti dall’art.20 comma 2, il mantenimento della partecipazione è giustificato da ragioni economiche dettate dai forti costi fiscali legati all’operazioni di liquidazione (oltre 2 milioni di euro) che renderebbero molto più onerosa la dismissione rispetto al mantenimento e tenuto conto del fatto che la società è proprietaria di importanti reti acquedottistiche funzionali all’erogazione di un servizio pubblico locale.

Nella delibera si dà atto che la partecipazione in Minimetrò può essere, ex lege, mantenuta; una futura alienazione delle quote potrà essere oggetto di una prossima eventuale deliberazione del Consiglio comunale in attuazione delle misure correttive sui rendiconti di gestione 2014 e 2015 trasmesse alla Corte dei Conti

Il vice sindaco Barelli ha spiegato che la dismissione delle quote di Umbria Tpl e del teatro Pavone è un obbligo imposto dal Tusp che non consente di mantenere quote di società che non gestiscono un servizio di interesse generale e che hanno prodotto un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti.

Dalla stampa – ha continuato Barelli – si apprende che il governo starebbe lavorando ad una modifica del Tusp; qualora ciò dovesse verificarsi si procederà ad un riesame della decisione illustrata nell’atto.

Entrando nel dettaglio delle operazioni proposte, il vice sindaco in merito al Pavone ha spiegato che si procederà a dismissione con particolare rammarico  considerata la storia ed il prestigio della struttura. L’Amministrazione coglie comunque l’occasione per ringraziare il presidente ed i membri del cda, nonché i soci della società per quanto hanno fatto negli anni con impegno e senza alcun compenso e per quanto potranno fare e faranno in futuro. In ogni caso l’Amministrazione continuerà a collaborare fattivamente con la società Teatro Pavone per gestire al meglio il contratto di usufrutto quindicinale e per valorizzare uno dei contenitori culturali più importanti di Perugia. Per Umbria Tpl invece l’Amministrazione si riserva di riesaminare la decisione di dismettere la quota qualora la costituzione dell’Agenzia regionale dovesse concretizzarsi.

In relazione a Sase, infine, Barelli ha riferito che si ha notizia del deposito di un odg della consigliera Leonardi con il quale si chiede il rinnovo del cda. Ha detto, a tal proposito, di essere favorevole alla proposta.

DIBATTITO

Bori ha detto di aver condiviso la scelta della II Commissione di bocciare l’atto.

Ciò è motivato da quanto proposto nella preconsiliare sul tema del Pavone: “nel 2009 – sostiene Bori – insieme all’allora consigliere Andrea Romizi firmai un atto per chiedere il rilancio del Pavone. Questo rilancio è stato attuato dal Comune finanziando i lavori sulla struttura per circa 800mila euro, cosa possibile solo in virtù della partecipazione dell’Ente in qualità di socio alla compagine aziendale. L’idea che oggi con questo atto di fine dicembre si pensi di dismettere una partecipazione che dura da quasi un secolo è incomprensibile e sbagliato”. Dunque Bori ha chiesto il rinvio in Commissione.

Per Nucciarelli, vista la finalità socio-culturale che la società Pavone Srl persegue,  sarebbe possibile derogare a quanto sancito dalla legge Madia sulla dismissione delle partecipazioni e, dunque, mantenere la quota nella srl in menzione da parte del Comune. Il rilancio del centro storico, secondo il consigliere, passa per gli attrattori, tra cui proprio il Pavone.

Per l’effetto Nucciarelli ha proposto un emendamento chiedendo di mantenere la partecipazione nella Pavone Srl in attesa del riscontro della corte dei conti sulla missiva inviata dal Comune.

Rosetti ha formulato un excursus delle situazioni delle varie società poste sotto i riflettori nell’atto. In merito a Conap ha parlato di una situazione complicata che perdura ormai da troppo tempo; ha quindi chiesto alla Giunta di effettuare ulteriori approfondimenti al fine di chiudere questa partita oggi rimasta aperta per meri motivi fiscali.

Sulla Teatro Pavone ha invece riferito che ad agosto 2018 il sindaco Romizi, rispondendo alla Corte dei Conti, aveva segnalato la necessità di mantenere la partecipazione nella compagine per non vanificare i principi contrattuali di cui all’usufrutto in essere in favore del Comune. Parimenti il sindaco sosteneva la possibilità per il Comune di derogare dai principi della legge Madia stante la particolarità della partecipazione nella Pavone Srl.

Per queste ragioni la capogruppo ha chiesto di conoscere il perché del cambiamento di impostazione a distanza di così pochi mesi.

In relazione ad Umbria Mobilità, invece, Rosetti ha proposto, tramite specifico emendamento, di uscire immediatamente dalla società eliminando la condizione legata all’eventuale creazione dell’agenzia unica, ipotesi peraltro remota. A parere di Rosetti infatti Umbria Mobilità rappresenta un fallimento totale di un modo di fare politica tipico della Regione Umbria negli ultimi 40 anni.

Cagnoli, rispetto al voto espresso in Commissione, ha detto di aver effettuato alcuni approfondimenti tenuto conto della complessità della materia.

Su Umbria Mobilità ha confermato l’impossibilità da parte del Comune di poter permanere all’interno della compagine societaria per i motivi indicati nella preconsiliare, fatta salva l’eventuale creazione dell’agenzia unica che consentirebbe di superare alcune criticità.

In merito al Pavone Cagnoli ha parlato di istituzione centrale per la città: pur essendo la partecipazione del Comune nella società minimale (4%) e pur essendo la stessa in costante perdita, ha invitato l’Amministrazione a non effettuare su di essa una mera valutazione economica stante l’implicazione socio-culturale di rilievo. Ha quindi invitato giunta ed uffici ad individuare una soluzione consentita dalla legge che permetta di mantenere la partecipazione nel Pavone; in caso contrario, pur se a malincuore, ha comunque confermato l’obbligo per il Comune di dover dismettere le quote.

Infine su Conap ha espresso sorpresa per il fatto che l’azienda non risulti avere alcun dipendente; i punti nodali che rendono necessario il mantenimento della partecipazione restano che la stessa possiede tutta la rete acquedottistica e che una sua dismissione avrebbe effetti economici deleteri per il Comune (2 mil. euro).

Mirabassi ha parlato di un atto confusionario perché emergono una serie di questioni ancora irrisolte. Il consigliere si è detto d’accordo con Nucciarelli in merito alle valutazioni sull’opportunità di restare nella Pavone Srl, visto che una dismissione delle quote significherebbe abbandonare un pezzo di storia della città. Mirabassi ha fatto presente che il vice sindaco ha riferito circa l’obbligatorietà di uscire da Umbria Mobilità e Pavone; si è quindi domandato cosa accadrebbe all’atto, dal punto di vista della legittimità, in caso di approvazione dell’emendamento proposto da Nucciarelli.

La realtà – ha concluso il rappresentante del Pd – è un’altra, ossia che non ci sono vincoli insuperabili di legge, essendo la scelta solo politica.

Il vice sindaco Barelli ha risposto ai vari quesiti, spiegando a Mirabassi che in questa partita c’è stato un approccio meramente tecnico e non politico con recepimento, da parte della giunta, della proposta formulata dagli uffici frutto di una precisa istruttoria che tiene conto dalla normativa e dei rilievi della corte dei conti.

Replicando a Bori, Barelli ha precisato che il Comune non sta assolutamente lavorando alla chiusura del Pavone; parimenti non risulta vero che gli investimenti sulla struttura siano stati possibili solo in virtù della presenza del Comune nella compagine in qualità di socio, dal momento che ciò è legato al contratto di usufrutto.

Barelli ha ribadito l’apprezzamento dell’Esecutivo per l’attività compiuta dal cda della Pavone Srl negli anni ed ha confermato l’intenzione di continuare a collaborare con esso per la valorizzazione del teatro, patrimonio della città.

A questo punto è stata messa in votazione la mozione di Bori che chiedeva il rinvio in Commissione dell’atto: la stessa è stata respinta con 17 contrari (maggioranza) e 12 a favore (opposizione).

Successivamente la seduta è stata sospesa, su richiesta di Camicia, al fine di poter acquisire i pareri sulla preconsiliare da parte del dirigente al bilancio e dei revisori dei conti, poi risultati positivi.

Al rientro in aula è stato respinto con 17 contrari (maggioranza), 7 astenuti (PD) e 4 a favore (M5S e Camicia) l’emendamento di Rosetti, mentre è stato approvato, con 16 a favore (maggioranza) e 10 contrari (opposizione) l’emendamento di Nucciarelli.

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