Perugia, riapre la chiesa trecentesca di sant’Agata, oggi apertura ufficiale

PERUGIA –  Riapre al culto e alle visite turistiche a Perugia la trecentesca chiesa dedicata a sant’Agata, martire siciliana del III secolo, molto venerata anche nella città del capoluogo umbro. Grazie ad un sistema di video sorveglianza, questo prezioso scrigno d’arte, storia e fede sarà visitabile tutti i giorni, nel periodo invernale, dalle ore 9 alle 12.30 e in estate anche di pomeriggio. Il ritorno all’antico splendore della chiesa di Sant’Agata, ubicata in pieno centro storico (in una traversa di via dei Priori), che permetterà a tanti di ammirare l’interno affrescato dai colori vivaci, è dovuto ad un accurato lavoro di consolidamento statico e di restauro artistico durato cinque anni, eseguito dalla ditta edile “Spaccia” e dalla società cooperativa di restauro “Kyanos”.

Gli interventi, resi necessari per l’aggravamento di alcune criticità a seguito del terremoto del 1997, sono stati seguiti su due fronti, il riassetto statico e il restauro pittorico, costati complessivamente 800 mila euro. Questa somma è stata finanziata dall’Ente chiesa San Severo ed Agata, dalla Cei (Otto per mille – edilizia di culto), dal Fondo regionale Terremoto 1997, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dalla Sezione Umbria dell’Istituto Italiano dei Castelli.

L’apertura ufficiale della chiesa avverrà oggi alle 17, con un incontro culturale, al cui termine ci sarà il concerto dell’“Umbria Ensemble”, e con la celebrazione eucaristica di giovedì 5 febbraio (ore 18), giorno della festa liturgica di sant’Agata, presieduta dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ed animata dal Coro della cattedrale di San Lorenzo, che sarà preceduta dalla benedizione di una maiolica dedicata alla Santa (ore 17.45).

All’incontro interverranno rappresentanti di Istituzioni regionali civili, culturali e religiose, tra i quali il sindaco Andrea Romizi, l’assessore regionale ai beni e alle attività culturali Fabrizio Bracco, il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, il rettore della chiesa mons. Fausto Sciurpa, i soprintendenti ai B.A.P. e ai B.S.A.E. dell’Umbria, Anna Di Bene e Fabio de Chirico, il vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Giuseppe Depretis, il direttore dei lavori Maurizio Tibidò, la storica dell’arte Tiziana Biganti e la restauratrice-direttore tecnico della Soc. Coop Kyanos Carla Mancini.

Intanto ieri c’è stata per gli operatori dei media perugini l’“apertura in anteprima” della chiesa, guidata dal suo rettore, mons. Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici della cattedrale di San Lorenzo, che ha illustrato i lavori di consolidamento statico dell’edificio e il restauro delle pareti interne affrescate della chiesa ad unica navata delimitate da colonne. Mons. Sciurpa si è soffermato su due significative scoperte di parti pittoriche rinvenute durante i lavori. Si tratta dell’immagine di san Francesco che riceve le stimmate, sopra il noto ed originale volto del “Cristo triforme”, difronte all’ingresso laterale di destra e di due Santi padri della Chiesa dipinti sulle lunette della volta sovrastante l’altare. Sono diversi i “segni francescani” dipinti, come l’immagine di san Bernardino da Siena, i cui artisti si sono ispirati ai maestri Pietro Lorenzetti e Simone Martini che lavorarono alla Basilica di San Francesco in Assisi.

A far giungere fino ai nostri giorni lo “stile gotico francescano” della chiesa di Sant’Agata e i suoi preziosi dipinti, che rendono l’ambiente davvero suggestivo, è stata l’opera meritoria e la sensibilità per l’arte e la cultura di uno dei suoi ultimi parroci, mons. Luigi Piastrelli. Una lapide marmorea collocata dalla Città di Perugia all’esterno della chiesa ricorda l’impegno di questo dotto sacerdote, che “a lungo operò nel dialogo per il rinnovamento religioso, civile e culturale. A questo educando generazioni di giovani”.

Mons. Sciurpa ha ricordato l’antica origine di questo luogo di culto dedicato alla Santa siciliana. “Già nel 1163 questa chiesa – ha detto il rettore – è nominata in un diploma dell’imperatore Federico I. L’attuale costruzione, in stile gotico francescano, risale intorno al 1317, con il titolo di San Severo ed Agata, dopo l’eliminazione della chiesetta di San Severo in piazza grande (l’odierna piazza IV Novembre, n.d.r.), per permettere l’ampliamento del palazzo comunale. All’interno della chiesa, sulle pareti e sulla volta, ci sono decorazioni ad affresco di notevole interesse storico-artistico, di scuola umbro-senese. Sant’Agata visse nella prima metà del III secolo, Catania e Palermo se ne contendono i natali, ma la tradizione la colloca piuttosto nella città di Catania, dove subì il martirio, il 5 febbraio 251, durante le persecuzioni di Decio”.

Mons. Sciurpa ha anche ricordato la figura della Santa, che “è patrona delle madri che allattano e delle balie; è invocata contro ogni malattia del seno. Inoltre, diversi elementi legati alla sua vita e al martirio la fanno protettrice contro i terremoti, le eruzioni vulcaniche, gli incendi; vetrai e fonditori di campane la considerano parimenti loro custode, così pure tessitori e commercianti di tessuti”.

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