Perugia, violentava la figlia della compagna: condannato a sette anni di reclusione

PERUGIA – E’ stato condannato a 7 anni di reclusione il patrigno che violentava la figlia della compagna di 14 anni, pregandola di non dire niente alla madre. La condanna è arrivata dal collegio del tribunale di Perugia presieduto da Nicla Restivo. L’uomo è stato anche condannato al pagamento di 70mila euro di risarcimento. Per il condannato anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la perdita della podestà genitoriale.

La mamma si accorse della problematica quando la ragazzina iniziò a procurarsi dei tagli sulle braccia per denunciare il malessere. A quel punto raccontò tutto, tutti i dettagli delle molestie che subiva quando la mamma usciva. Il compagno però non era uno stinco di santo. Anche la madre della bambina lo aveva denunciato per maltrattamenti in famiglia. Querela poi ritirata per assicurare la tranquillità domestica.  L’uomo aveva anche ammesso gli atti sessuali, definendoli uno scherzo ma negando qualsiasi stupro.

Nell’udienza di oggi l’avvocato Leonardo Romoli, che difende madre e figlia, ha insistito per l’applicazione di una pena severa: “Non meritando l’imputato indulgenza alcuna; né alcuna comprensione o attenuante”. Non essendovi inoltre, sempre per il legale, “alcun elemento valutabile favorevolmente all’imputato”.

 

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