Regione, il M5S forza la mano: il taglio delle indennità subito in aula

PERUGIA – Alta tensione in prima commissione. Il M5S sceglie di chiudere la pagina costruttiva che era stata aperta fino a questo momento e sceglie di forzare la mano. La rottura, paradosso, arriva dopo una riunione di Prima e terza commissione sul reddito di cittadinanza, con la presenza dell’assessore regionale Luca Barberini, per illustrare studi sui beneficiari di eventuali misure alla povertà. Nonostante questo e nonostante nella riunione della prima commissione a seguire fosse previsto all’ordine del giorno il ddl del M5S sulla riduzione delle indennità, i grillini hanno chiesto che il disegno di legge andasse direttamente in Aula, parlando di termini decorsi per l’esame di commissione.
L’atto quindi andrà in Aula nella prossima occasione utile, probabilmente quella del 3 novembre.
Andrea Liberati (M5S) ha parlato di accelerazione dovuta alla decisione della conferenza dei capigruppo di tenere riunioni dell’Assemblea legislativa una volta ogni due settimane per un’intera giornata. “Il M5S accantona lo spirito costruttivo”, ha detto il capogruppo Pd Leonelli. “La decisione dei grillini evidenzia la loro volontà di trincerarsi dietro un atteggiamento da opposizione tout court, privilegiando il desiderio di mettere bandierine”, ha scritto dopo la riunione il presidente Andrea Smacchi su Facebook. Claudio Ricci ha auspicato un approfondimenti a riguardo, in un ragionamento complessivo rispetto agli atti a riguardo, come quello proprio di Ricci e quello di Biancarelli. Se proprio il consigliere di Umbria più uguale si è detto pronto a ragionare nel merito, “perché provo un profondo senso nei confronti del mio amico Filippo Stirati che lavora più di noi ma prende 1.700 euro”, Nevi ha spiegato: “Facciamo i legislatori e non il sindaco. La riduzione spaventosa di questi anni non rende merito ai consiglieri regionali che spendono e studiano per svolgere correttamente il proprio lavoro”.

La mattinata si era aperta con Prima e terza commissione riunite in maniera congiunta per parlare di reddito di cittadinanza. Sono stati presentati tre studi, due degli uffici dell’Assemblea legislativa e uno dell’assessorato al Welfare, illustrato direttamente dall’assessore Luca Barberini. I documenti hanno presentato un’Umbria nella quale, al 2014, le famiglie in soglia di povertà assoluta sono 18mila e 30mila sono quelle di povertà relativa. Le misure di sostegno al reddito sono attive in 26 paesi europei su 28.
Il governo ha stanziato nella legge di Stabilità 600 milioni per misure di contrasto alla povertà per il 2016, che aumenteranno negli anni successivi. Misure per famiglie con reddito ISEE fino a 3mila euro e famiglie con minori. La Regione, da parte sua, potrà integrare quanto previsto dal governo, con misure attive, volte cioè direttamente al reinserimento nel mondo del lavoro di disoccupati oppure al sostegno degli inabili al lavoro.

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