Saldi: saranno un flop per i commercianti? Perugia primo giorno vuoto

PERUGIA – Primo weekend di saldi sotto tono. Complice il covid ed il cattivo tempo, ieri pomeriggio (sabato 9 gennaio) il centro storico di Perugia era quasi deserto. Molti i commenti sui social. Nella sua pagina Facebook Luca Ferrucci, ad esempio, pubblica delle foto di Corso Vannucci, il cuore pulsante del capoluogo di regione. Praticamente vuoto. Ferrucci le commenta così: “Perugia… primo giorno di saldi… un commercio fatto da eroi che resistono in un contesto impossibile”.

Molte le osservazioni sotto il post. “Purtroppo uscendo di meno, – scrive una signora – si acquista meno, quasi nulla… in più la gente ha paura di un un’insieme di cose.  Il freddo è sempre esistito… non è il freddo fermare gli acquisti”. Un altro scrive: “Non so, il commercio in centro non è da ora che ha problemi e la pandemia certo li ha aggravati. I conti commerciali infatti erano frequentatissimi anche e in misura minore rispetto agli anni precedenti. La Confcommercio calcola un calo di 70 euro a famiglia che certo non son pochi ma il fatto è che il periodo di quarantena ha fatto capire agli Italiani che si può fare a meno di molte cose e ci vorrà del tempo per riprendere vecchie abitudini di acquisto. (E non son del tutto sicuro che sia un bene)”.

Molti anche gli spunti di riflessione. “Direi che quest’anno – scrive un’altra signora – i saldi sono una questione a sé. Io personalmente non ho voglia di acquistare abbigliamento considerato che tutto il mio lavoro ormai si svolge dentro casa. Sarebbe interessante verificare se e come sia cambiato il nostro paniere di spesa a questo proposito. Ad esempio io ho fatto acquisti per la casa, stoviglie, lenzuola etc che altrimenti probabilmente non avrei fatto”. “Anch’io, che dedicavo una quota consistente del mio budget all’abbigliamento, da marzo non ho comprato più nulla del genere, dedicando le risorse a migliorie per la casa. Ho ridotto moltissimo anche le spese per la cura estetica, come pedicure, parrucchiere e articoli di profumeria. Quando (e se…) finirà la pandemia, usciremo di casa brutte, spettinate, stralunate e traballanti come orsi dopo il letargo”, replica anche un’altra.

C’è anche chi propone soluzioni. “Il Sistema Commercio (non a caso maiuscolo) – scrive un altro utente – e Servizi è un cardine della società. Abbiamo, alcuni, espresso più volte la nostra solidarietà e disponibilità a trasferire parte delle nostre risorse garantite (io medico del SSN) a tali categorie. E’ sufficiente che nel futuro non si insista nel discriminare chi lavora in quanto lavoratore e basta che si senta parte di un Sistema complesso interconnesso. E che sia chiaro che il sistema fiscale è uguale per tutti. Proprio per garantire tutti… Quando si ha paura per il futuro di sé stessi e dei propri familiari siamo tutti sulla stessa nave in procella pericolosa”.