San Martino dei Colli, la Pro Loco reclama l’acqua: “Non siamo cittadini di serie B”

Il contesto – A Perugia, le comunità residenti a San Martino dei Colli e nelle limitrofe ridenti località di Pietraia, Poggio delle Corti, Poggiolo e Madonna del Giglio, fanno sentire la propria voce dopo l’incendio di mercoledì 2 agosto, che ha incenerito circa 50 ettari di terreno tra bosco, uliveto, campi nonché pertinenze abitative. E reclamano l’acqua, bene primario che spesso non arriva, soprattutto d’estate. Come il giorno dell’incendio, impedendo di fatto ai cittadini di difendersi. Da qui la netta presa di posizione della Pro Loco, che in un affollato incontro pubblico, ha fatto sapere che si batterà per far valere i diritti di queste comunità, che non sono di serie B.

L’incendio – La particolare posizione geografica, un susseguirsi di collinette e chiuse di ulivi che dominano i confini sud occidentali del comune di Perugia, conferisce a questi luoghi una bellezza ineguagliabile da un punto di vista ambientale ma li espone a grandi rischi specialmente in torride estati come quella attuale. Appena una settimana fa un vasto incendio, le cui cause sono a tutt’oggi al vaglio degli inquirenti, ha divorato un’ampia superficie della campagna a ridosso del centro storico di San Martino dei Colli fino ad arrivare ad alcune abitazioni private. Panico, disperazione e impotenza hanno pervaso gli abitanti impossibilitati a difendere le proprie abitazioni dal fuoco anche a causa dell’assenza in quel pomeriggio – e come spesso accade – di acqua del servizio idrico pubblico.

L’annosa questione del rifornimento idrico – Al centro dell’incontro pubblico tenutosi lunedì 7 agosto, a cui hanno partecipato un centinaio di residenti su iniziativa della proloco di San Martino dei Colli, l’annosa questione del rifornimento idrico di queste zone. Molteplici le questioni messe sul tavolo di discussione: i guasti continui ma particolarmente frequenti in estate della condotta idrica che costringe a lungi periodi di assenza di acqua (anche più giorni), l’obsolescenza delle condutture, le tante abitazioni ancora non coperte dal servizio idrico pubblico, i pozzi inquinati, l’assenza di bocchette antincendio nell’unico centro di distribuzione acqua nei pressi del grande serbatoio ubicato a lato del cimitero locale.

Il confronto con le istituzioni pubbliche – Dagli interventi è emersa la decisione di aprire, fin dai prossimi giorni, un confronto con la pubblica amministrazione (Comune, Auri, Umbra Acque, Regione, fino all’Autorità per l’energia elettrica, il Gas e il Sistema idrico integrato) al fine di veder riconosciuto il diritto fondamentale ed inviolabile alla accessibilità all’acqua ed il conseguente diritto alla corretta, continua e regolare fruizione del servizio idrico. Diritti questi il cui riconoscimento è sancito espressamente anche nella “Carta del Servizio Idrico – Regione dell’Umbria”. Si rende infatti non più procrastinabile un confronto a più voci per costruire un percorso partecipato che tuteli le popolazioni del territorio, le quali non escludono la possibilità di intraprendere un contenzioso giudiziario.

I diritti lesi – Interruzione di pubblico servizio, violazione del principio di uguaglianza e di parità di trattamento, violazione del diritto ad un servizio continuo e regolare, peggioramento delle condizioni di vita, violazione del diritto alla salute, cattiva gestione delle risorse pubbliche, incolumità delle persone. Tanti e troppi i diritti trascurati che non possono più essere taciuti e che impongono una fattiva collaborazione tra cittadini ed istituzioni.

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