Sciopero dei dipendenti delle province, cortei a Perugia e Terni

PERUGIA – Dipendenti provinciali, sigle sindacali e non solo. Il capoluogo umbro questa mattina si è svegliato con uno slogan chiaro: “Niente Province, niente servizi”. La grande manifestazione, indetta con uno sciopero dalle 12 alle 14, dei dipendenti delle Province di Perugia e Terni, si è snodata tra le vie della città. A nulla sono valsi i moniti della Regione. In piazza in molti per ribadire l’importanza delle Province. In ballo ci sono 250 persone che non hanno alcuna certezza per il loro futuro. Un futuro che mette paura. Il 31 ottobre è dietro l’angolo. Data in cui verranno definiti gli organici delle nuove aree vaste e verrà definita l’assegnazione dei servizi e dei lavoratori delle Province, secondo la road map prevista dal governo. Per quanto riguarda il ricollocamento, i numero sarebbero così ripartiti.  La maggior parte entreranno a far parte del corpo di polizia provinciale: ben 113 a Perugia e 20 a Terni. Due terzi la Regione pensa di collocarli presso i Comuni mentre i restanti rimarrebbero in seno alle Province. A questi va aggiunto il personale ex Anas (93 a Perugia e 42 a Terni) e quello dei Centri per l’impiego. In tutto questi ultimi sono 139, dei quali 55 precari ed è proprio intorno a questi che si concentrano le maggiori preoccupazioni. Uno spiraglio per alcuni dei 250 c’è grazie all’Anci, che sta sondando le disponibilità dei Comuni in merito a possibili assunzioni, non solo di agenti della polizia provinciale. Forti criticità si registrano ormai da settimane anche intorno alla chiusura dei bilanci dei due enti. Venerdì mattina, il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, ha riferito lo stato dell’arte in commissione bilancio, presieduta da Roberto Bertini. In particolare sul documento economico finanziario è emerso come qualora venissero approvate norme per l’utilizzo dell’avanzo vincolato si aprirebbero spiragli per arrivare alla quadratura: «Nonostante la delicata situazione finanziaria – ha detto Mismetti – sarebbe possibile approvare il bilancio visto il possibile utilizzo di importanti risorse (19 milioni, a fronte di 5 che ne mancano), oggi non utilizzabili, per la spesa corrente».

TERNI – Anche i dipendenti della Provincia di Terni questa mattina sono scesi in piazza. Stesse preoccupazioni, stesse incertezze e soprattutto tanta paura per il futuro. Duecento lavoratori della Provincia hanno bloccato  una parte del centro città a Terni per protestare contro la riforma Delrio. Il corteo con bandiere, fischietti e striscioni, è partito da Palazzo Bazzani, sede dell’ente, ed ha attraversato Piazza Tacito per poi imboccare Via Mazzini ed arrivare fino a Piazza Valnerina dove si è svolto il comizio di rsu e sindacati. Destinatari della protesta il governo nazionale che, secondo la rsu, sta mettendo in pericolo servizi essenziali per i cittadini come strade e scuole, e la Regione Umbria alla quale è stato chiesto di rispettare l’impegno assunto dall’assessore Bartolini di “esuberi zero”. “Siamo molto preoccupati per la salvaguardia dei posti di lavoro, delle professionalità e dei servizi da erogare sul territorio – hanno detto i lavoratori – sono ancora troppe le incertezze che stanno accompagnando questo processo di riforma. A governo e Regione chiediamo ancora una volta di farsi carico dei problemi, anche finanziari, che questa riforma confusa sta provocando e di trovare una soluzione che garantisca un futuro per i lavoratori e per le funzioni importanti che la Provincia svolge a favore dei cittadini”.

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