Stop al “Piccolo carro”, la Procura dispone il sequestro

PERUGIA – I finanzieri del Comando provinciale, agli ordini del colonnello Dario Solombrino, hanno posto in essere il sequestro preventivo delle strutture del “Piccolo Carro”. Il documento è firmato dal giudice Lidia Brutti, su richiesta del pm Michele Adragna, e blocca le attività della struttura finita nella bufera per lo svolgimento di attività socio sanitaria nonostante la legge regionale non lo prevedesse e riuscendo a percepire 400 euro al giorno per ogni minore al posto delle 120 previste per chi compie trattamento socio riabilitativo. Da lì l’ipotesi di truffa a danno degli enti e frode in pubblica fornitura.

Il giudice spiega nel decreto il motivo dello stop. Si vuole evitare che le conseguenze del reato si protraggano con aggravamento della condizione dei minori ospiti. Già il Comune di Assisi si era speso, revocando la licenza. Il Tar aveva però accolto la sospensione e disposto che l’attività potesse proseguire. La Procura intanto ha anche nominato la Asl per la parte sanitaria e un “tutore” per la gestione della struttura sotto il profilo socio educativo. Già sequestrate tutte le cartelle cliniche dei pazienti e la lettera di un dirigente regionale che parlava di “valenza sanitaria” della struttura.

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