Taglio vitalizi, Barberini: “Destinare risorse risparmiate a Fondo per non autosufficienza”

“Il nuovo Parlamento e il futuro Governo s’impegnino subito a incrementare il ‘Fondo nazionale per la non autosufficienza’, destinando maggiori risorse a favore delle persone più fragili, mettendo a disposizione anche quanto si potrebbe recuperare con il taglio dei vitalizi. Lo stesso dovrebbe fare l’Assemblea legislativa della nostra Regione, indirizzando verso questo ambito i fondi risparmiati con la legge regionale, recentemente approvata, per la riduzione temporanea dei vitalizi. Tutto ciò non sarebbe ancora sufficiente, ma rappresenterebbe un segnale positivo e di speranza per la comunità”: è la proposta lanciata dall’assessore alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare della Regione Umbria, Luca Barberini.

“Negli ultimi anni, in particolare con i governi di centrodestra – spiega – ci sono stati tagli pesanti ai fondi destinati al welfare, mentre i bisogni sono continuati ad aumentare, soprattutto sul fronte della non autosufficienza. Solo nell’ultima legislatura ci si è impegnati su questo fronte aumentando le risorse, ma non basta. Occorre uno sforzo maggiore e collettivo, a cominciare da Parlamento e Governo che dovrebbero impegnarsi, come primo atto, a reperire più risorse da destinare a chi è più difficoltà e che si trova in una situazione di non autosufficienza”.

Secondo Barberini, il quadro che emerge rispetto alla cronicità e alla non autosufficienza è “preoccupante e sempre più complesso”.

“I dati – evidenzia l’assessore – descrivono un Paese sempre più vecchio, con un indice di vecchiaia sempre più elevato e il 47,8 per cento delle persone fra 65 e 74 anni affetto da almeno due patologie croniche. L’Umbria è la quarta regione più vecchia d’Italia, con oltre 220mila anziani, circa il 25 per cento della popolazione residente, con gli over 75 che rappresentano l’11 per cento del totale. In questo quadro, sono in costante aumento le malattie croniche, legate all’età, con conseguenze pesanti sul piano sociale, economico e organizzativo. I disabili gravissimi, in carico ai servizi sanitari, sono quasi 5mila. Nel 2016, il Fondo per la non autosufficienza (che comprende quello sanitario, quello sociale e il Prina) è ammontato a 84 milioni euro, con un aumento rispetto al 2009 (fermo a 79 milioni), grazie anche all’impegno del Governo uscente e alla scelta della Regione Umbria di utilizzare risorse europee per interventi diretti nell’area del sociale. Il 40 per cento del Fondo è stato destinato alla grave disabilità. Nel 2017, queste risorse, ancora in fase di rendicontazione, sono state ulteriormente incrementate in particolare proprio per il sostegno alle gravissime disabilità”.
“In generale – continua Barberini – la maggior parte della spesa riferita al 2016 è stata destinata agli anziani (35milioni), agli adulti in generale (23 milioni) e alla psichiatria (14 milioni). Le maggiori aree d’intervento sono state per assistenza residenziale (47 milioni), semiresidenziale (16 milioni), domiciliare (15 milioni). Quasi 2 milioni di euro sono stati erogati per SLA e gravissime disabilità”.

“Tutto questo – conclude – però non basta rispetto al costante aumento dei bisogni. È necessaria maggiore attenzione e occorrono più risorse da parte dello Stato, per consentire alle Regioni di migliorare le risposte e di potenziare l’offerta di prestazioni legate alla non autosufficienza. Il nuovo Parlamento e il futuro Governo diano subito un segnale chiaro su questo”.

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