Terni, inchiesta percolato: chiesto il rinvio a giudizio per sindaco, assessori e tecnici del Comune

TERNI – Udienza preliminare fissata dal giudice Maurizio Santoloci al 12 ottobre prossimo per le venti persone, 17 tra sindaco e assessori e 3 tecnici comunali, indagate nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento del percolato nella discarica di Villa Valle. Le accuse a loro carico vanno (a vario titolo) dalla turbativa d’asta, al concorso formale di reato continuato e concorso.

Il sostituto procuratore Raffaele Iannella ha chiesto il rinvio a giudizio per tutte e venti le persone coinvolte nell’inchiesta.

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Raffaele Iannella , i dirigenti avrebbero alterato il regolare funzionamento della partecipazione agli incanti per il trasferimento e il trattamento del percolato. Frazionando le commesse pubbliche in piccoli importi inferiori alle soglie comunitarie, avrebbero evitato l’indizione e lo svolgimento delle gare.

Non indicendo le gare ad evidenza pubblica non veniva garantita l’individuazione della proposta migliore per assicurare la “par condicio” tra le imprese concorrenti. Gli amministratori, poi approvavano le delibere emesse dai dirigenti.
Sono decine gli atti presi in esame dal pubblico ministero riguardanti i lavori compresi tra il 2009 e il 2015.

A finire nei guai oltre al sindaco Di Girolamo, ci sono Luigi Bencivenga, Libero Paci, Roberto Fabbrini, Sandro Piermatti, Maria Bruna Fabbri, Silvano Ricci, Marco Malatesta, Renato Bartolini, Simone Guerra (assessori della prima giunta Di Girolamo), Stefano Bucari, Emilio Giacchetti, Francesco Andreani, Giorgio Armillei, Carla Riccardi, Cristhia Falchetti Ballerani, Daniela Tedeschi (l’attuale giunta) e tre tecnici comunali: Luciano Sdogati, Maurizio Galli e Marco Fattore.

Gli avvocati difensori degli indagati, Enrico De Luca, Attilio Biancifiori, Francesca Abbati, Manlio Morcella, Patrizia Bececco, Roberto Spoldi, Federica Pasero e Carlo Moroni hanno dichiarato l’innocenza assoluta dei loro assistiti rispetto alle contestazioni mosse dalla procura.

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