Castelluccio, a che punto è la Fioritura? Comincia a definirsi la tavolozza dei colori sulle piane [FOTO]

CASTELLUCCIO – È un po’ in ritardo la Fioritura di Castelluccio ma ora che stanno emergendo i colori, in particolare il giallo, questo fenomeno naturale – che varia di anno in anno – comincia ad ammaliare e incuriosire turisti e residenti. È questo il momento che segna anche il rientro delle mandrie e delle greggi ed è qui, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che emerge in tutta la sua insospettabile bellezza un paesaggio ideale per passeggiate a piedi e a cavallo, per itinerari in mountain bike o, per i più avventurosi, per provare il volo in deltaplano.

Fanno da cornice a questo favoloso dipinto i Monti Sibillini che per millenni sono stati uno dei “santuari” più noti dell’antichità. Nell’alto medioevo erano frequentati da cavalieri erranti alla ricerca del Sacro Graal e della vita eterna. È qui che risiedeva la Sibilla Appenninica, uno degli oracoli maggiormente considerati per avere consigli, premonizioni e previsioni. Sono questi i luoghi magici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dove asfodeli, violette, garofanini, narcisi, tulipani selvatici, ranuncoli, papaveri con i loro colori cominciano a creare un’atmosfera fiabesca. Nella zona dei Mergani, nel Pian Grande, con un po’ di fortuna tra giugno e agosto è possibile vedere una pianticella palustre (carex buxbaumii) relitto delle antiche glaciazioni. Imponente, spicca il Monte Vettore. Il nome deriva dal latino Victor, vincitore sulle cime vicine con il suoi 2476 metri di quota. All’interno di questo monte a forma di gigantesco ferro di cavallo giace il lago di Pilato, apparentemente abbracciato dalla grande montagna ma in realtà esposto ai venti del nord. Il nome è legato ad una leggenda. Si narra che il proconsole romano, reo della morte di Cristo, fu trasportato da un carro tirato da due buoi sul monte Vettore e scaraventato nelle gelide acque del lago.

L’ oscuro verde lago di Pilato, è noto anche per essere stato, anticamente, meta di maghi e negromanti che vi si recavano per consacrare i testi al diavolo e per la presenza di un crostaceo, il chirocefalo del Marchesoni, che nuotando a pancia in su, vive esclusivamente nelle sue acque pur avendo degli affini in Asia Minore e nel Caucaso.

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