Il Governo cambia la governance del terremoto, i presidenti di Regione non vanno dal Commissario

PERUGIA – Un vero scontro istituzionale. E’ questo quello che si configura tra i Governatori delle Regioni terremotate e il Governo. Un muro contro muro, sfociato oggi nella mancata partecipazione dei presidenti all’incontro con Farabollini. La scintilla dall’emendamento della maggioranza al decreto Genova, che di fatto esautora i Governatori da qualsiasi decisione. Il Commissario, stando a quanto deciso, potrà emanare ordinanze senza il benestare dei vice, ma solo sentendoli. “Un colpo di mano”, dicono i governatori, declassati a “potere consultivo.

“Mentre per Genova si nomina commissario il sindaco della città- spiegano- per il terremoto si esautorano i presidenti e i Sindaci dei territori, perché di fatto questa impostazione riduce a livello di osservatori anche i Sindaci dei comuni del cratere che oggi si esprimono nei comitati della ricostruzione sulle ordinanze in essere. Questa svolta centralista del Governo è grave e miope perché moltissime scelte della ricostruzione impattano direttamente con norme e leggi di carattere regionale. La non condivisione ‘ante’ scrittura delle ordinanze produrrà sicuramente contenziosi e ricorsi e aumenterà quella confusione burocratica che si dice volere combattere. La ricostruzione si fa nei territori e non a Palazzo Chigi, per questo valuteremo un ricorso alla consulta perché leso il principio di leale collaborazione tra istituzioni”.

Un’impostazione, quella del governo, che allontana le sedi decisionali dai cittadini. Così i presidenti aspettano di essere ricevuti dal presidente del Consiglio conte, che “mai ha accettato la nostra richiesta di un incontro avanzata ormai da tempo, oggi- concludono i governatori- non parteciperemo all’incontro con il neo commissario anche perché a causa delle scelte compiute non si comprende più quale sia il senso e la funzione di questo Comitato”.

 

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