La Sir Safety si lecca le ferite e torna al lavoro

Due a due e tutto nuovamente da rifare. Domenica scorsa è successo quello che in pochi credevano: Verona, davanti a quasi quattromila persone che avevano preferito gustarsi il grande volley anziché recarsi fuori città per le tradizionali gite, ha fatto l’impresa mettendo a nudo vecchi difetti della squadra di Boban Kovac. La ricezione è ancora troppo approssimativa, con De Cecco che è spesso costretto a fare gli straordinari per smistare i palloni sui martelli, ma ancora una volta è la continuità di gioco a mancare, specie nei momenti favorevoli. Forse i Block Devils devono aver pensato che dopo l’iniziale 2-0 fosse tutto facile visto che Verona hanno dovuto affrontare due battaglie piuttosto dure in Portogallo, e così sarà anche questa volta. Guai però a dirlo a Goran Vujevic, direttore sportivo, apparso davvero molto amareggiato al termine delle quasi due ore e mezza di gioco: “Se questa pausa di dieci giorni può essere salutare? Questi discorsi non mi interessano, giocatori sono professionisti, hanno tempo per prepararsi al meglio e tre giorni o dieci non cambia nulla. Dobbiamo andare a Verona e vincere. Gara 5 sarà ancora più difficile e ci vorrà di più da tutti. Ma dobbiamo mettere qualcosa in più perché così non passiamo il turno. Quindi mi aspetto dalla squadra, da tutti e da me stesso un approccio ben diverso da quello delle ultime due partite”. Tornando poi sulla partita di domenica l’ex gloria bianconera ha aggiunto: “C’è grande amaro in bocca. Aspettavamo tutti un risultato diverso, ma ieri e quest’anno più di una volta, quando avevamo qualcosa da perdere, non siamo riusciti a giocare al nostro meglio, come se i giocatori abbiano paura quando abbiamo qualcosa a portata di mano. È un dato di fatto che quando conta non abbiamo dimostrato di saper tenere la pressione. Con troppa pressione ci siamo spesso sciolti e anche ieri ci abbiamo provato, ma non con i mezzi giusti. Penso che la squadra può giocare meglio di così e soprattutto deve giocare meglio quando conta perché un conto è giocare quando non hai niente da perdere, altra cosa è quando giochi per passare il turno ed hai tutto da perdere. Dovevamo chiudere i conti ieri, invece abbiamo fatto la stessa partita di gara 3 dimostrando di aver imparato poco o niente”. Insomma, un analisi davvero spietata da parte di chi di pallavolo ad alti livelli ne ha masticata tanta in venticinque anni di attività. Certo è che questi giorni di allenamenti dovranno essere sfruttati davvero al massimo, senza tralasciare nessun dettaglio. E, visto il momento attraversato dalla squadra, questa non è certamente una frase fatta.

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