Ternana, Calori accolto dagli applausi al Taddei: “Questa è una piazza con una grande storia”

E’ iniziata tra gli applausi e cori di incitamento l’era Calori alla Ternana. Erano circa un centinaio i tifosi rossoverdi che hanno atteso il nuovo allenatore, che ha preso il posto di Gigi De Canio esonerato subito dopo la sconfitta contro il Fano e che questo pomeriggio ha diretto il suo primo allenamento all’antistadio Giorgio Taddei. La seduta è stata preceduta da un sopralluogo di coloro che dovrebbero andare a comporre il suo staff, vale a dire Giulio Giacomin, allenatore in seconda, e Fabio Munzone, preparatore atletico.

Al termine di un colloquio con la squadra Calori, prima di fare il suo ingresso sul campo, è stato intercettato da alcuni cronisti presenti ai quali ha pronunciato le prime parole da neo trainer delle Fere: “C’è sempre un’emozione quando si ricomincia, soprattutto perchè Terni è una piazza importante e con una grande storia alle spalle. Questa per me è una bella sfida e l’ho accettata. Bisogna rimboccarci le maniche e capire che bisogna raggiungere l’obbiettivo massimo. Chi non se la sente può anche andare via visto che c’è una finestra di mercato aperta, non ci sono problemi”. Massima prudenza su quest’ultimo tema: “Vediamo, prima partiamo perché a bocce ferme si vede poco”.

Poi si comincia a lavorare, sotto lo sguardo vigile del presidente Stefano Ranucci. L’unico assente era soltanto Giuseppe Vives, sempre più avviato verso l’uscita dalla lista degli over, mentre buone notizie sono arrivate dagli acciaccati Hristov, Furlan e Gagno, che ieri non hanno preso parte al match. Presente invece Iannarilli, seppur con un evidente cerotto, retaggio dello scontro di gioco che ha causato il rigore per il Fano. La squadra è stata subito divisa in tre gruppi: il primo composto dai portieri, il secondo dai giocatori non scesi in campo ieri come Hristov, Callegari, Giraudo, Vantaggiato, Nicastro, Rivas, Gasparetto, Furlan, Salzano e Butic, che hanno svolto esercizi di tecnica con Calori e Munzone. Coloro invece che sono stati impiegati, come Defendi, Lopez, Pobega, Marilungo, Frediani, Diakitè, Bifulco e Bergamelli, hanno invece svolto un lavoro di scarico.

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