Vela. Nella vittoria della Oster c’è anche un po’ di Terni

Nella ‘Original Singlehanded TransAtlantic Race’, la Ostar, regata transoceanica su barca a vela tra le più prestigiose al mondo, vinta da Andrea Mura, velista sardo e skipper di ‘Vento di Sardegna’, per la seconda volta dopo il 2013, c’era anche un po’ di Terni. E più in particolare c’era la firma di un professionista ternano, Paolo Santicchia, coinvolto nel progetto per la realizzazione di materiale in titanio. La Open 50 ‘Vento di Sardegna’ è una barca che supera i quindici metri di lunghezza e sfiora i cinque di larghezza, per un pescaggio superiore ai quattro metri. Una delle poche imbarcazioni ad essere sopravvissute, a causa di continue tempeste, alla traversata da est a ovest nell’oceano Atlantico di 2 mila e 850 miglia nautiche da Plymouth, Gran Bretagna, a Newport, Stati Uniti, grazie a diversi accorgimenti tecnici nella lavorazione dei materiali: tra loro quelli di Santicchia, che ha messo a disposizione del velista sardo candelieri e pedaline ultraleggere in titanio. La partenza dalla cittadina britannica il 29 maggio, l’arrivo a Newport il 15 giugno dopo 17 giorni di traversata. Grazie a questa sinergia ternana, è stato possibile vincere la regata che  si svolge ogni quattro anni. «Tutto è partito – spiega Santicchia – dal salone nautico di Genova, diciamo che sono stato fortunato nell’incontrarlo in quella circostanza. Mura ha una vasta esperienza nella navigazione e in passato ha partecipato con successo alla Louis Vouitton Cup e all’America’s Cup, ritengo che non abbia nulla in meno di Giovanni Soldini, anzi». Diverse le realizzazioni del ternano per garantire una miglior performance alla barca di Mura: «Il titanio, rispetto all’acciaio inox, permette un notevole alleggerimento e, di conseguenza, una migliore velocità. La collaborazione è bella perché da un lato c’è lui che sa cosa serve e ha una conoscenza marittima perfetta, dall’altro io che mi occupo della parte tecnica del titanio. Un’unione a 360 gradi, non ci sono mai stati problemi ed entrambi ne abbiamo giovato perché sono stati acquisiti determinati know-how. Una persona davvero squisita, rappresenta un’eccellenza italiana. Credo proprio che la liaison proseguirà anche per il prossimo futuro, con l’aiuto dei miei collaboratori Gianluca Cobbe e Giampiero Zigomi». Santicchia ha portato Mura a Narni durante l’ultimo visita in Umbria: «La mia famiglia è di origini narnesi quindi per me è stato un ritorno a casa. L’ho fatta visitare ad Andrea e gli è piaciuta molto, forse a stretto giro ci sarà modo di organizzare una conferenza stampa con lui proprio qui. Una persona estremamente semplice e che non ha grandi sponsor alle spalle, anzi, quella è una difficoltà in più. Proprio per mancanza di soldi – Santicchia aveva collaborato anche in quel caso – c’è stata la rinuncia alla Vendée Globe». Vale a dire la regata da oltre 40 mila chilometri con partenza e arrivo da Les Sables-d’Olonne, in Francia che è l’unica al mondo che prevede la circumnavigazione completa del globo, in solitaria senza possibilità di scali.  Insomma un obiettivo questo che sembra che il duetto Mura e Santicchia non vogliono lasciarsi sfuggire per il 2020.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.