A Terni aumento inflazione ai livelli anni ’80: + 1,2% in un mese. Su base annua siamo al 4,4%, crescono le disuguaglianze

Valori “record” per l’inflazione a gennaio, a Terni, in linea con quelli nazionali: è quanto rilevato dal report mensile sull’andamento dei prezzi in città diffuso dai Servizi statistici del Comune. L’inflazione su base annua sale a 4,4%, mentre in un solo mese i prezzi sono cresciuti  in media dell’ 1,2%. Variazioni così alte non si rilevavano da diversi decenni – viene spiegato nel report – e per trovare una variazione congiunturale così alta bisogna tornare alla metà degli anni ’80. Oltre all’aumento generalizzato dei prezzi della verdura con punte superiori anche al 20%, gli incrementi più marcati riguardano il prezzo della pasta +9,5%, del caffè +6,4%, del pollame +9,7% e dell’acqua minerale +3,2%. Più cari di riflesso, anche la colazione e l’aperitivo al bar : caffetteria +2,6%, pasticceria +2,4%, bevande alcoliche +4,8% e analcoliche +3,2%. Inoltre, le bollette hanno registrato incrementi che sfiorano il 50%. Come ogni anno i Servizi statistici del Comune hanno aggiornato il paniere per la rilevazione adeguandolo alle abitudini di spesa delle famiglie in base alle indicazioni dell’Istat. La composizione del Paniere 2022 è ancora influenzato, direttamente o indirettamente, dalla pandemia: entrano, infatti, i prezzi del test sierologico, del tampone molecolare e rapido, del saturimetro, della psicoterapia  individuale, della sedia da pc e dei pokè  take away. Escono dal paniere, poiché non più rappresentativi dei consumi delle famiglie, il compact disk e, dopo soli due anni, l’hoverboard. Le conseguenze  dell’inflazione sul risparmio dei ternani sono abbastanza pesanti.  Il surriscaldamento dei prezzi al consumo, infatti, morde non solo il potere d’acquisto delle famiglie ma anche i loro risparmi. Questa nuova ondata di inflazione, conseguenza soprattutto della crisi energetica, rischia di colpire soprattutto i più deboli, le famiglie numerose e i pensionati. La stessa Istat ha sottolineato che l’inflazione desta preoccupazione per le “conseguenze sociali” e che avrà un impatto maggiore sulle famiglie più povere.  La criticità sociale dell’inflazione di natura energetica sta nel fatto che le spese per gas, luce, trasporti e alimentari sono incomprimibili: se aumentano i prezzi la famiglia a basso reddito difficilmente potrà rinunciare a scaldarsi e a mangiare e dunque sarà costretta a comprimere tutti gli altri consumi. Al contrario della famiglia abbiente che, con margini di entrate più ampi, può compensare l’impatto della stangata con il maggior reddito di cui dispone. Insomma, anche a Terni – come nel resto dell’Umbria –  cresceranno ulteriormente le diseguaglianze sociali, con vecchie vulnerabilità che si sommeranno alle nuove fragilità con conseguenze allarmanti.