Manifestazioni contro green pass, circolare ai Prefetti di Perugia e Terni: attenzione ai luoghi a rischio e monitoraggio siti web e social network

A due giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde per tutti i lavoratori aumentano i timori per nuovi episodi di violenza. Per questo ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha riunito al Viminale i capi delle forze dell’ordine e dei servizi segreti per analizzare quanto accaduto sabato scorso a Roma e, soprattutto, per rafforzare i dispositivi di vigilanza degli obiettivi sensibili. Ora si volta pagina e in tutte le città ci saranno presidi delle forze dell’ordine nonché dei servizi di monitoraggio dei siti web e dei social network, anche per garantire a tutti la libertà di manifestare pacificamente e nel rispetto delle regole. Anche ai Prefetti di Perugia e Terni  sono arrivate le disposizioni che prevedono di vietare tutte le manifestazioni che non siano statiche e in ogni caso di tenerle lontane da tutti i luoghi a rischio, prime fra tutte le sedi istituzionali. Saranno impiegati nei servizi di vigilanza i militari di “Strade sicure”, oltre a poliziotti, carabinieri e fiamme gialle. Da qui in avanti non sono ammesse sottovalutazioni nella prevenzione, per questo anche i comitati per la sicurezza di Perugia e Terni sono stati allertati dai rispettivi Prefetti. Per carità, fino ad ora in Umbria non si sono registrati particolari episodi di rabbia e tutto è filato liscio. Non ci sono stati disordini, la macchina della sicurezza è stata sempre perfetta e non si sono mai registrate incrinature. Ma il tema resta scivoloso e in ogni momento potrebbe verificarsi un cortocircuito. E’ vero che in Umbria non sono previsti presidi e sit in per protestare contro il green pass ma la “raccomandazione” di intensificare le attività di prevenzione è arrivata. Anche perché ormai è in atto un mix di rivendicazioni per un nuovo autunno caldo al quale l’obbligo di passaporto sanitario sembra fare da collante e casus belli. I disagiati di questa stagione ribollente si muovono veloci e si autoconvocano sui social (quarantuno le chat e i canali Telegram censiti a settembre dagli analizti di “Baia.Tech”, con circa duecentomila partecipanti). E’ un momento difficile, con scadenze ravvicinate come lo stop al blocco dei licenziamenti a fine mese e la necessità di riformare gli ammortizzatori sociali. E ci sono pure cinque milioni di poveri assoluti e sette di poveri relativi, un blocco di insicurezza di milioni di italiani che tracima, si spalma su chi gli sta accanto, ricorda il sociologo del lavoro Domenico De Masi.