Terni: allarme voucher, +37,4% nel 2016. Dalla Uil: “Occorre l’intervento radicale del governo”

TERNI – 536.262 voucher solo nel 2016, quando nel 2015 erano 390.282. E’ l’allarme lanciato dalla Uil di Terni sul problema voucher.

Una questione sollevata da tempo anche dalla Cgil, nella conferenza stampa di fine anno.

I numeri del terzo “Rapporto voucher”, elaborati dal Servizio Politiche del Lavoro della Uil Nazionale, parlano chiaro: c’è stato un aumento del 37,4% dal 2015 al 2016.

“Il sistema del voucher – sostiene la Uil – presenta un alto rischio di abuso e di distorsione nell’applicazione reale e rappresenta non tanto, come voleva essere, un meccanismo di emersione dell’economia dei lavoretti bensì un’immersione di attività regolate da contratti, certamente flessibili, ma sicuramente garantisti per il lavoratore in termini di protezione sociale, previdenza, garanzie occupazionali. Purtroppo la legislazione ha anche ampliato il campo di applicazione del voucher sia estendendola a più settori sia consentendone l’uso a qualunque tipo di committente, sia esso imprenditore che non. C’è la possibilità di mascherare, dietro a questo istituto, prestazioni di natura subordinata invece di fare emergere il lavoro nero”.

“Dando in parte ragione al sindacato – scrive la Uil – il legislatore è recentemente intervenuto introducendo la tracciabilità dei voucher attraverso l’obbligo per il committente di comunicare alla Direzione del lavoro, entro 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, alcuni dati tra cui la data e l’orario di inizio e fine della prestazione resa attraverso i buoni lavoro. Tale comunicazione preventiva è pienamente in vigore dal 17 ottobre”.

Purtroppo il governo – sostiene il segretario provinciale della Uil di Terni, Gino Venturi – non è voluto però ancora intervenire radicalmente riducendo le aree e i settori dove la liberalizzazione dei voucher ha prodotto più danni: industria, edilizia, terziario, servizi e turismo. Settori che già avevano strumenti ultra flessibili in tema di rapporti di lavoro. Occorre porre maggiore attenzione nel vasto mondo che sta nel mezzo tra il lavoro autonomo vero e quello subordinato, caratterizzato da lavori senza regole, con retribuzioni unilateralmente decise dal datore di lavoro e tutele sociali quali nulle. E’ indispensabile metter in campo ogni energia per contrastare la dilagante precarizzazione del lavoro”.

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