Identificata la ternana che ha abbandonato il neonato nel piazzale dell’Eurospin

TERNI – Identificata la ventisettenne ternana che ha abbandonato il neonato nel piazzale dell’Eurospin. La ragazza, incensurata, e con gravi difficoltà economiche, avrebbe lasciato il bimbo due giorni prima della scoperta. Avrebbe nascosto tutto a parenti e all’attuale compagno.

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In corso interrogatori in questura. Il cerchio si restringe sul responsabile, dopo il ritrovamento del neonato nel parcheggio del supermercato. Lì, a Borgo Rivo, nel parcheggio dell’Eurospin, ci sono solo due pattuglie della Volante, un’ambulanza, la Scientifica e gli occhi terrorizzati delle commesse del supermercato che provano a trovare una spiegazione a quello che hanno appena visto.

Vicino all’entrata del market, dietro ad una siepe, una busta della spesa abbandonata dalla quale spunta visibilmente un neonato privo di vita, coperto con uno straccio.

E’ un maschietto, ed è stato partorito da pochissime ore – ha ancora la placenta.

E’ stato abbandonato lì. A fare la sconvolgente scoperta una cliente, intorno alle 20.

Era andata a fare spesa, e la sua attenzione è stata catturata da quella busta gettata in terra. La donna ha provato ad aprire il sacco, ma lo sgomento ha preso il sopravvento.

Quel piccolo, nudo, di carnagione chiara, era morto. La donna ha subito chiamato le commesse del market, e avvertito la polizia.

Un’ambulanza ha subito prelevato e trasportato il neonato all’obitorio dell’ospedale Santa Maria per l’autopsia che sarà effettuata  nelle prossime ore. E’ già certo che il neonato era stato partorito da poco. Lo straccio che lo avvolgeva era sporco di sangue.

Il piazzale dell’Eurospin è controllato da tre telecamere. La prima guarda l’entrata del supermercato, e spazia da metà piazzale fino al cancello d’ingresso.

Le altre due invece sono puntate sull’entrata del supermercato e quindi difficilmente saranno utili alla polizia.

Le piste da seguire sono tante e diverse. Prima di tutto sarà effettuato il test del dna sul piccolo. Dopodiché saranno controllate le liste di tutte le donne che hanno effettuato visite mediche nelle strutture sanitarie di Terni.

Il cerchio, inevitabilmente, si restringe. Parallelamente la polizia è al vaglio delle telecamere. in particolare di quella che riprende il piazzale del supermercato.

Elementi utili potranno arrivare dalle targhe delle auto che giovedì pomeriggio sono entrate ed uscite dall’Eurospin.

C’è anche chi giura di aver visto una vettura grigia sostare a lungo in quella zona, con lo strano armeggiare di una donna.

 

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«Di fronte ad una tragedia come quella accaduta a Terni, dobbiamo ricordare l’importanza di rafforzare la rete di prevenzione». L’ordine degli Assistenti Sociali dell’Umbria, presieduto da Cristina Fargaghini, interviene sulla vicenda del neonato trovato morto in un cassonetto a Terni. Un fatto che «suscita nella coscienza collettiva un groviglio denso e drammatico di emozioni che lascia attoniti e sgomenti. Eppure – scrive l’ordine – ci sono donne che non riescono ad accogliere la maternità per una complessità di motivazioni, dove spesso c’è solitudine, violenza, degrado sociale comunque sofferenza e fragilità». Per questa molteplicità di fattori gli Assistenti Sociali evidenziano con forza la necessità di spingere sulla prevenzione «a partire dai consultori familiari, uffici della cittadinanza, medici di medicina generale, pediatri, Caritas e associazioni di volontariato per un lavoro sinergico che consenta di individuare quanto prima le situazioni complesse e offrire adeguati sostegni per scongiurare altri drammi come questi».

PIU’ INFORMAZIONE Occorre innanzitutto informare le donne che il Dpr 396/2000 consente (art. 30, comma 2) di partorire in anonimato, cioè poter effettuare un parto protetto in strutture ospedaliere con garanzia di assistenza sanitaria sociale e psicologica alla madre e tutela della salute del nascituro. La madre viene assistita da personale sanitario specializzato, dagli assistenti sociali che operano nei Consultori familiari e nella struttura ospedaliera per valutare ogni possibile intervento di tipo sociale economico e psicologico che possa consentire alla donna una libera cosciente e responsabile scelta di riconoscere o meno il bambino. In ospedale, al momento del parto viene garantita la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare anche dopo la dimissione che il parto resti in  anonimato.

Alla madre è riconosciuto un periodo, di norma 10 giorni, entro cui può decidere anche di rivedere la scelta e chiedere al Tribunale per i minorenni un periodo di tempo per provvedere al riconoscimento. Al neonato non riconosciuto viene garantita la dovuta protezione giuridica. L’ospedale di nascita del neonato procede all’immediata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni della situazione di abbandono del neonato non riconosciuto che permette l’apertura di un procedimento di adottabilità e la sollecita individuazione di un’idonea coppia adottante.

FIGURE DI SUPPORTO E’ in questa fase che si attiva il delicato e complesso intervento dei Servizi Adozione dell’Umbria dove operano assistenti sociali e psicologi specializzati che su mandato dell’autorità giudiziaria provvedono alla prima tutela del neonato e al sostegno e accompagnamento del suo percorso di crescita nella famiglia adottiva.

Non sono disponibili dati aggiornati sul numero (nazionale) di bambini abbandonati alla nascita ma si stima che siano circa 400 all’anno, lo 0,1% dei nati, comunque un fenomeno rilevante che ha visto nel tempo diverse campagne promozionali e progetti volti alla informazione e prevenzione, e in alcune città la creazione di culle termiche, moderne ruote degli esposti, per evitare il dramma dell’abbandono del neonato.

L’APPELLO «Vorrei concludere – spiega Faraghini – rivolgendo un invito a tutte le donne che possono trovarsi a vivere una situazione difficile, di recarsi senza paura presso i consultori, e i servizi sociali perché cosi potranno ricevere adeguato aiuto comprensione e accompagnamento verso una scelta dolorosa e difficile ma che tutela la loro salute, quella del neonato e assicura la protezione sociale necessaria».

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