Sangemini, la proprietà annuncia l’apertura del concordato. L ‘attività è ferma e i lavoratori in cassa integrazione.

Si fa viva la proprietà del gruppo “Acque minerali” ( Massimo Pessina di Milano) e annuncia che sta consegnando le carte al Tribunale di Milano per chiedere l’apertura della procedura di concordato. E’ uno strumento che consente all’imprenditore , che si trova in difficoltà , di poter evitare la liquidazione giudiziale attraverso la proposta di un piano che consenta di soddisfare i creditori attraverso la continuità aziendale. L’imprenditore fa domanda in tribunale e chiede la possibilità di poter continuare la propria attività. Questo strumento consente di tutelare l’imprenditore in un momento difficile e i creditori che vantano dei crediti nei suoi confronti. Nello stesso tempo si cerca di favorire il risanamento dell’impresa senza interrompere l’attività. Qundi il gruppo è intenzionato a mantenere tutti i siti, compresi quelli umbri. Lo hanno annunciato lo stesso Pessina alle segreterie sindacali nazionali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil in conference call. Ora i sindacati , esclusa per adesso la vendita da parte della proprietà, restano in attesa di sapere i dettagli della richiesta di concordato e le ricadute per i lavoratori umbri della Sangemini. Per adesso nello stabilimento ternano l’attività è ferma e i lavoratori sono in cassa integrazione fino a mercoledì . Il 12 marzo è in programma un incontro al ministero dello sviluppo economico mentre i sindacati chiedono di nuovo alla regione di obbligare la proprietà al rispetto degli accordi del 2018.