Operazione antidroga al Trasimeno: tre arresti. Tra i clienti imprenditori, operai e studenti, alcuni col reddito di cittadinanza

Tre albanesi arrestati, un quarto ricercato e un lungo elenco di clienti di età compresa tra i 18 e 65 anni. E’ il bilancio di una operazione antidroga condotta dai Carabinieri della compagnia di Città della Pieve su tutto il Trasimeno. Passignano sul Trasimeno e Corciano sono i due comuni più interessati dal blitz di questa mattina. E’ l’ennesima attività investigativa condotta dai militari della compagnia di Città della Pieve che da quasi due anni stanno portando avanti un lavoro incessante contro il mercato degli stupefacenti. Un lavoro costante, ininterrotto, che ogni mese riserva sviluppi molto significativi. Del resto il Lago era diventato un territorio fertile per gli spacciatori, dove i pusher avevano messo in piedi una organizzazione molto articolata. Credevano di poter fare il loro lavoro senza correre troppi rischi e fare buoni guadagni, allargando l’offerta anche a clienti provenienti dalle province di Arezzo e Siena. Per un pò di tempo ci sono riusciti ma, ad un certo punto, le cose sono cambiate perché dalla compagnia pievese e dalle stazioni dislocate sul territorio è partita l’offensiva. Decine di pusher arrestati, sequestri continui di sostanze stupefacenti e posti dello spaccio individuati. Una operazione dietro l’altra, un lavoro ai fianchi, spacciatori colpiti in modo da fiaccarne la resistenza e l’organizzazione.  Questa mattina, all’alba, i Carabinieri si sono presentati all’improvviso nelle abitazioni di quattro albanesi: tre di loro sono stati arrestati, uno è risultato irreperibile. Perquisizioni a Passignano sul Trasimeno e Corciano: preso un trentenne albanese a Passignano considerato il capo dell’organizzazione, presi gli altri due che curavano il commercio della droga. Le indagini erano partite durante il primo lockdown, nella primavera del 2020,  con pedinamenti e filmati. Cambiavano spesso le auto, a volte le noleggiavano, altre volte chiedevano la cortesia a conoscenti incensurati di averle in prestito per poco tempo. Erano accorti gli spacciatori, non volevano lasciare nessun riferimento preciso e anche per questo preferivano alternare continuamente i luoghi dello spaccio. In alcune occasioni la cocaina veniva consegnata lungo la pista ciclabile, in altre nei parcheggi dei cimiteri oppure in aperta campagna. Lunghissimo l’elenco dei clienti, zeppo di giovani ma anche di persone avanti con l’età: studenti, impiegati e imprenditori. C’era chi acquistava la droga con i soldi del reddito di cittadinanza, c’era chi arrivava da Arezzo e Siena, c’era chi raggiungeva il Trasimeno da Perugia ritenendo le campagne lacustri più sicure e meno controllate rispetto alla città. Ma c’erano anche i Carabinieri sulle loro tracce che prendevano nota, osservavano ogni particolare e filmavano tutti gli spostamenti. Ora ci sono i cellulari dei tre albanesi nelle mani dei militari di Città della Pieve: numeri, nomi e messaggi. Materiale utile non solo per proseguire le indagini ma anche per segnalare alla Prefettura i nomi dei tanti clienti che si fornivano dai tre arrestati.