Meno contagi Covid in Umbria nelle scuole, a settembre pronto vaccino per bambini

Nonostante il ritorno delle lezioni in presenza migliorano i dati relativi ai contagi Covid nelle scuole dell’Umbria. In base ai dati forniti dalla Regione gli alunni positivi sono passati dai 71 del 27 aprile ai 54 del 4 maggio e il personale da 11 a 10. I cluster individuati sono passati da 17 a 12. Netto calo, poi, dei contatti di classe in isolamento, da 941 a 673 mentre le classi sono passate da 37 a 32. Un quadro sicuramente rassicurante in vista della conclusione dell’anno scolastico e del piano vaccinazioni a scuola. ” Fare la vaccinazione nelle scuole ai ragazzi ? Ci stiamo pensando, come si faceva una volta negli anni ’70”. Così il commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo. Anche il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è sulla stessa lunghezza d’onda. ” Innanzitutto bisogna completare la vaccinazione degli insegnanti, siamo arrivati al 70%, dopodiché arriveremo a vaccinare anche i più piccoli. La vaccinazione nelle scuole è una strada da percorrere, ma completiamo la vaccinazione degli insegnanti e di tutto il personale, poi affrontiamo il problema anche dei ragazzi più grandi e progressivamente di tutti quelli che hanno meno di 16 anni”, ha detto il Ministro Bianchi. Per la somministrazione nelle suole, bisognerà però arrivare prima al vaccino per bambini e adolescenti. Sono due, entrambe in dirittura d’arrivo, le sperimentazioni dei vaccini anti-Covid in corso nei bambini e negli adolescenti. La loro autorizzazione da parte delle attività regolatorie può arrivare in tempo per la riapertura delle scuole, ha detto l’immunologo Sergio Abrignani, dell’Università Statale di Milano e membro del Comitato Tecnico Scientifico. Tutti e due i vaccini che si stanno sperimentando in bambini e adolescenti si basano sulla tecnica dell’ Rna messaggero e a condurre gli studi sono le aziende Moderna e Pfizer. La sperimentazione più avanzata è quella di Moderna, in fase 2/3, ed è iniziata negli Stati Uniti nel dicembre 2020 su 3.000 ragazzi fra 12 e 17 anni e la stessa azienda ha appena avviato un secondo studio, anche questo in fase 2/3 su 6.750 bambini da sei mesi a 11 anni.