Coppie di fatto, Leonelli scrive a Renzi, la Marini contro la mozione “omofoba” di Assisi

Il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, oggi ha scritto al premier Renzi sollecitando sul problema delle coppie di fatto. Ecco il testo della lettera.

“Caro Matteo, ti racconto questa storia; qualche giorno fa ho conosciuto una signora: mi ha raccontato di aver passato quasi 30 anni della sua vita accanto a un uomo; hanno condiviso praticamente tutto, gioie, passioni, amicizie, sorrisi, come milioni di coppie. Poi un giorno come tanti il suo compagno se n’è andato improvvisamente, lasciando un vuoto davvero incolmabile. Una triste storia di vita fin qui, come tante purtroppo.

Credo che ci sia però qualcosa che è peggio della morte della persona che si ama: non avere il tempo di vivere il proprio dolore.

Eh già, perché c’è la legge italiana: e persone che non hanno mai fatto parte della tua vita, che non hanno mai condiviso nulla con te, che non hanno idea di quali fossero le date importanti della tua storia d’amore, le vacanze vi piacevano, che musica ascoltavate insieme, o il vostro ristorante preferito, per il solo fatto di portare magari il suo stesso cognome, o quello di sua madre, hanno però il diritto di comprarsi un catenaccio e un lucchetto.

E allora non hai il tempo di piangere la persona che hai amato, perché devi attaccarti al telefono per trovare un posto dove dormire quella notte; perché ti hanno chiuso fuori da quella che per 20anni è stata a tutti gli effetti “casa tua”. Con i tuoi vestiti, i tuoi ricordi, le tue sigarette. Non hai il tempo di versare qualche lacrima sulle vostre foto insieme, perché pensi solo a come “salvarle” evitando che finiscano chissà dove o nelle mani di chissà chi.

Non serve credo un giudizio morale: non spetta a noi che viviamo questo mondo giudicare la famelica occupazione di beni o proprietà di una persona che fino a qualche anno fa neanche sapevi che esistesse, e che va a calpestare il rispetto e la dignità di chi invece l’ha amata.

Spetta invece a noi di questo mondo costruire una società migliore; spetta a questa classe politica, ed in particolare al tuo governo, archiviare un mero dibattito di posizionamento su gay, famiglia, valori (veri o presunti tali), per realizzare una rete di diritti civili per tutte le coppie di fatto.

A chi dice i “problemi veri sono altri” gli va ricordato che il fatto che oggi in Italia ancora accada questo determina un problema di civiltà. E che in quanto tale è più rilevante di tutte le altre “priorità” di cui si discute su giornali, telegiornali, vertici economici o convegni su location paesaggisticamente indiscutibili”.

Intanto la presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, interviene sulla questione della cosiddetta mozione “omofoba” del Comune di Assisi. Il consiglio comunale, infatti, ha approvato una mozione (dal titolo “A tutela della famiglia naturale: padre è maschio e madre è femmina”), i cui contenuti – ricorda la stessa Marini – sono giudicati “discriminatori da associazioni omosessuali e da soggetti che si battono per il superamento dell’omofobia in Italia”.

La Marini, anche “in vista di un fondamentale appuntamento particolarmente significativo per Perugia e per l’Umbria, e cioè la visita della Commissione per la valutazione della candidatura di Perugia-Assisi a capitale europea della cultura 2019″, ricorda che lo statuto della Regione Umbria sancisce all’articolo 5 il diritto all’uguaglianza e a concorrere a rimuovere ogni forma di discriminazione, compresa quella attinente l’orientamento sessuale”.

“L’Umbria, Perugia e tutte le sue città – prosegue Marini – sono da sempre luogo di affermazione della piena cittadinanza e del rispetto delle persone, compreso il diritto fondamentale all’orientamento sessuale di ciascuno. Personalmente in sede europea – aggiunge la presidente dell’Umbria – nei ruoli che ho ricoperto prima da parlamentare e oggi da vicepresidente del Comitato delle Regione, ho dato sempre il mio contributo per l’avanzamento dei diritti di cittadinanza, condividendo pienamente il contenuto della direttiva europea anti-discriminazione che anche il nostro Paese è tenuto a rispettare”.

“Pur rispettando pienamente l’autonomia del consiglio comunale di Assisi, ritengo che alcuni contenuti di quella mozione – conclude Marini – possano apparire lesivi dei diritti e dell’immagine di cittadini discriminati sulla base del proprio orientamento sessuale”.

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