Danni causati da fauna selvaggia, la seconda commissione adotta la proposta Nevi

La Seconda commissione consiliare di Palazzo Cesaroni, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, ha approvato all’unanimità la proposta di risoluzione presentata da Raffaele Nevi (FI) inerente la “Riduzione del fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica sul territorio regionale”. Un fenomeno che ha assunto proporzioni sempre più preoccupanti, sia in riferimento all’aspetto economico, che a quello finanziario e sociale. La Regione, in quanto obbligata ad adottare tutte le misure idonee ad evitare che la fauna selvatica arrechi danni a terzi, è responsabile dei danni provocati a persone o a cose, anche se la fauna selvatica rientra nel patrimonio indisponibile dello Stato. Oltre agli ingenti danni economici agli agricoltori, vi sono i costi elevati (circa due milioni di euro l’anno) per le spese assicurative, e pericoli per la circolazione stradale.

Con questo atto si impegna la Giunta regionale “ad attivare specifiche iniziative finalizzate a ridurre il fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica sul territorio regionale, ed in particolare a: riorganizzare la filiera delle informazioni sui danni causati dalla fauna selvatica; introdurre divieti, anche temporanei, per l’immissione sul territorio di esemplari di fauna per le specie di cui è stato accertato uno squilibrio
delle popolazioni; ai fini della prevenzione dei danni, incentivare l’uso di repellenti chimici e di Eutrofit; stipulare convenzioni con le aziende agricole per la realizzazione di interventi finalizzati anche alla conservazione della biodiversità; ampliare la platea dei soggetti abilitati al controllo della fauna selvatica; potenziare il coordinamento tra i diversi istituti di gestione faunistica; incentivare la pratica dei trappolamenti; incrementare la realizzazione di recinzioni fisse; adeguare il fondo per le somme erogate per le attività gestionali e per la liquidazione degli indennizzi; potenziare la pressione venatoria; coinvolgere economicamente chi effettua il prelievo delle specie; assegnare i settori di battuta con modalità legate a criteri di merito; ricondurre in capo alla Regione il coordinamento e la gestione di tutti gli interventi di contenimento effettuati al di fuori della stagione venatoria; pianificare annualmente interventi mirati nelle aree a maggior rischio con l’introduzione di un ‘Piano annuale di prevenzione e difesa delle colture’, da attuarsi entro il mese di febbraio di ogni anno sulle zone dove si sono verificati i danni e di un ‘Piano di coltivazione dei boschi nelle aree protette (con risorse del Psr)’, per ridurre le aree vocate alla riproduzione delle specie critiche, creando a queste ultime condizioni ambientali sfavorevoli alla loro eccessiva riproduzione; aggiornare la normativa regionale di riferimento”.

Nella proposta di risoluzione si punta dunque sugli interventi di prevenzione dei danni rispetto alla pratica degli indennizzi. “La Giunta regionale – si legge nell’atto –  avrebbe intenzione di sperimentare, per almeno un anno, una diversa modalità di gestione dei sinistri stradali causati dalla fauna selvatica, prevedendo la gestione diretta delle pratiche di risarcimento e lasciando a carico della polizza assicurativa solo i danni superiori a 20mila euro”.

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