Direzione Pd, Leonelli: “Ad Assisi vince una strategia volutamente aperta alla realtà civica, a Città di Castello capacità di sintesi e un progetto credibile”

PERUGIA – Voto amministrativo da analizzare con umiltà e senza autoreferenzialità, campagna referendaria da intensificare nelle prossime settimane, ma soprattutto un’agibilità politica sui temi da recuperare chiudendo velocemente e definitivamente la crisi aperta in giunta regionale. Sono questi i temi che il segretario regionale Pd Umbria Giacomo Leonelli ha messo sul tavolo della direzione regionale, chiamata, tra l’altro, anche ad approvare i bilanci (consuntivo 2015 e preventivo 2016). Tra i punti che Leonelli ha voluto porre in evidenza nella sua relazione, relativamente al voto del 5 giugno e al ballottaggio di domenica scorsa, “il calo stratificato dei consensi al Pd rispetto al 2011, quando ancora, per altro, non era certificato il carattere tripolare delle competizioni elettorali”. In questo contesto “l’elemento che ci pone degli interrogativi è come mai in due anni, dalle europee del 2014 a oggi, chi scelse allora il Pd ora fa scelte diverse”.

I ballottaggi, poi, restituiscono l’immagine di un elettorato in cerca di rinnovamento e di cambiamento, maturando la spinta all’antipolitica in una ricerca di politiche di speranza e di cambiamento. “Questo ci richiede la forza di una discussione umile tra noi e ci chiama a una grande assunzione di responsabilità”. “Sempre di più e in particolare in questa tornata, passano in secondo piano – secondo Leonelli – le valutazioni di merito rispetto all’azione amministrativa e l’affidabilità dei candidati con esperienza amministrativa”, esperienza che, anzi, viene “spesso percepita come una zavorra”. E allora si pone con forza il tema dei secondi mandati, dove si evidenzia, comunque, che “i candidati di centrodestra faticano meno rispetto a quelli del Pd a riconfermarsi”.

“Oggi tutto è contenibile – chiosa il segretario – e il Pd perde in roccaforti storiche mentre vince in città tradizionalmente più difficili”. In Umbria i dati delle amministrative riflettono l’andamento delle regionali. Più complicata l’analisi politica sull’esito del voto nei piccoli comuni, dove comunque “insistono dinamiche locali, dove il Pd fatica di più a rimanere unito e dove non si corre con i simboli di partito”. Nei piccoli comuni, dunque, “si partiva, in molti casi, da realtà in grande difficoltà, come Bevagna (dove vince una candidata iscritta al Pd) e Bettona, mentre a Nocera Umbra, dove si era investito su una scommessa difficile, il candidato unitario del centrosinistra arriva al 33 per cento dei consensi contro il 14 della passata tornata”. Riflessione a parte, da approfondire con i vertici provinciali e cittadini, merita il caso di Amelia dove “alle regionali dello scorso anno eravamo, seppur di poco, in vantaggio e si perde con un candidato giovane e stimato e in un turno secco con la coalizione che dimezza i suoi consensi in termini assoluti”.

Nei grandi comuni, invece, “il dato politico è più chiaro” e “possiamo parlare, senza festeggiare a oltranza ma rimarcandolo, di due bei successi” soprattutto alla luce di un contesto nazionale dove “è difficile la vittoria al primo turno e comunque il Pd fatica ad affermarsi al ballottaggio”. Si tratta di un risultato, per Leonelli, “non figlio del caso, ma di una precisa strategia condotta dal regionale col provinciale e con i livelli territoriali”. “Su Città di Castello avevamo commissionato un sondaggio – racconta il segretario – che aveva evidenziato buone garanzie su Bacchetta sia al primo turno che ad un eventuale ballottaggi. E si è cercato di costruire, in un contesto in cui erano legittimamente in campo idee diverse, una positiva mediazione, niente affatto scontata”. Per quanto riguarda Assisi, poi: “rivendichiamo la scelta di mettere in campo un laboratorio civico. Quando il centrosinistra nel passato ha candidato personaggi del calibro di Maddoli o Bracalente non si parlò di una non vittoria dei partiti di centrosinistra”. “Ad Assisi – sottolinea Leonelli – il Pd incrementa il suo risultato pur in presenza di una lista civica col nome del candidato sindaco, che tradizionalmente erode il consenso delle altre liste, ed è determinante per la vittoria della coalizione”.

Capitolo importante nella relazione di Leonelli è stato dedicato alla Brexit: “Siamo di fronte a una crisi di sistema – ha sottolineato – dove prevalgono la paura del futuro, il disagio di molte fasce sociali nel contesto globale, una certa nostalgia del ceto medio per un passato di benessere”. Ora, “o si costruisce una fase diversa, investendo un una nuova identità europea o saremo sempre più in difficoltà, anche in Italia”.

Molte le cose da fare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. “C’è – in primo luogo – da intensificare la campagna referendaria che si è un po’ rilassata”. Con un monito: “non può passare il messaggio che la mobilitazione per il referendum faccia da diversivo rispetto alla discussione sulla sconfitta elettorale; lo dirò in direzione nazionale, come dirò che è opportuno che il congresso, a partire da quello regionale, venga fatto al più presto”. “C’è da lavorare per organizzare la festa regionale de L’Unità, che si svolgerà, in una formula innovativa, dal 5 all’11 settembre a Perugia e che spero possa essere festa nazionale della Cultura”.

In Umbria, infine, “c’è da recuperare agibilità politica su alcuni temi come le infrastrutture, l’ambiente e i rifiuti, l’economia circolare”. Sarà aperta a breve una discussione “su una proposta di legge regionale sulla Bellezza e la qualità come motore di sviluppo, che metta insieme la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e l’incentivazione di reti museali e di percorsi turistici per far sì che la nostra terra sia la nostra ricchezza. Si aprirà la prossima settimana la discussione in consiglio sul reddito di inclusione, frutto di un percorso che ha interessato il Pd e che è stato partecipato dai circoli e di cui sarò relatore in via eccezionale proprio a dimostrazione di quanto il Pd voglia aggredire il tema delle povertà”.

Ma l’aspetto più urgente è “mettere fine alla crisi di giunta”. Perché “la transitorietà non può diventare cronica” facendo sì che “non si riesca a parlare d’altro negli organismi e tra la gente e quando si riesce a parlare d’altro non si percepisca come il Pd sia motore di innovazione”. “Nei giorni scorsi ho incontrato Catiuscia e Luca in un clima costruttivo e nella condivisione del necessario senso di responsabilità. Abbiamo concordato di mettere mano a un documento di rilancio del programma regionale, per cui chiedo mandato alla direzione, da condividere martedì alla riunione del gruppo e che possa costruire la base per una ritrovata unità d’intenti”.

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