Europee, Caponi: “Darò voce ad un settore troppo spesso inascoltato”

 

PERUGIA – Per anni ha visto il mondo dell’autotrasporto consegnare negli “uffici della politica” carichi di problemi del settore perché venissero affrontati e risolti. E per anni ha visto molte di quelle istanze non accolte perché non capite da esponenti politici che del mondo dei trasporti e della logistica sapevano poco o nulla. Per questo ha deciso che era giunta l’ora che un rappresentante del mondo dell’autotrasporto a Bruxelles ci andasse non per fermarsi solo poche ore, ma per restarci, seduto su una poltrona da europarlamentare per rappresentare direttamente la categoria, per guidare il mondo politico europeo attraverso i problemi di un settore non sempre facilmente comprensibili a tutti. Per tutelare una categoria sempre più vittima di concorrenza sleale, di divieti che impediscono quella libera circolazione delle merci e delle persone sancita proprio dall’Europa. Lei, la prima donna autotrasportatrice candidata alle elezioni europee del 26 maggio, è Carlotta Caponi, classe 1982, laureata in Economia aziendale all’Università degli Studi di Perugia prima di entrare a lavorare nell’azienda di famiglia specializzata nel trasporto di bestiame e di diventare segretario regionale, per l’Umbria, della più importante associazione di categoria, la Fai, federazione autotrasportatori italiani.Fai Umbria che nel giro di pochi anni Carlotta Caponi e i suoi collaboratori hanno guidato verso il traguardo delle oltre 100 aziende associate con un parco veicolare di oltre 3.000 mezzi.

Una scelta di candidarsi, nelle file di + Europa, al fianco di Emma Bonino, nella circoscrizione Centro che raggruppa Umbria, Marche, Toscana e Lazio, fatta per “dare alla categoria un rappresentante politico che sia un “tecnico” e che dunque sappia di cosa parla, quali sono i problemi sul tavolo e quali le possibili soluzioni, perché questo è fondamentale”, come sottolinea lei stessa, “evitando il “passaggio” di dover spiegare la materia al politico di turno, che troppo spesso è lontano anni luce dalla quotidianità di una realtà complessa come la nostra, col rischio di perdere mesi, anni, senza arrivare a nulla”.

PRIORITA’.Fra i problemi prioritariche Carlotta Caponi ha già individuato e sui quali è pronta a dare battaglia in caso d’elezione ci sono, in primo piano, quelli legati allo sviluppo delle infrastrutture lineari(ferroviarie, stradali e fluviali) e puntuali (nodi urbani, porti, interporti e aeroporti) “con l’efficientamento di collegamenti ferroviari e stradali, il completamento di collegamenti di ultimo miglio a porti e aeroporti, con la realizzazione delle reti Ten-T, tutti progetti che hanno un peso gigantesco per il futuro dei trasporti merci e, dunque, dell’economia italiana”; quelli legati alla lotta alla concorrenza sleale e al dumping sociale, da contrastare “con regole e strumenti di protezione comuni premiando la professionalità, la serietà e la correttezza”. E, ancora, i problemi che riguardano la sostenibilità ambientale“che potrebbe essere appunto “sostenuta” aiutando le imprese a rinnovare le flotte, rendendo realtà un bello slogan come quello “chi più inquina più paga”, pensando a salvaguardare l’ambiente tutelando contemporaneamente le imprese e i lavoratori, fissando obiettivi ambiziosi ma che non siano solamente spot elettorali”. Senza dimenticare i divieti che non uniscono ma rischiano di dividere l’Europa, come quelli voluti dall’Austria al Brennero con il contingentamento dei Tir al valico alpino che, denuncia sempre Carlotta Caponi, “rischia di penalizzare enormemente la competitività di importanti territori italiani. Dobbiamo uscire dalla logica dei nazionalismi, delle chiusure, dei muri, delle barriere: un ulteriore isolazionismo non ci aiuterà a uscire da quel cono d’ombra dove i nostri governanti, ahimè poco presenti a rivestire il loro ruolo politico a Roma e a Bruxelles, e troppo presenzialisti nelle piazze o ai balconi, ci hanno relegato”, è l’appello lanciato dall’autotrasportatrice candidata a  sedersi nella cabina di guida del vecchio continente,  che spera in un’Europa politica “più attenta ai temi quotidiani di uomini, donne, imprese, lavoratori” e con meno “spot elettorali di breve durata, lanciati per sondare il terreno e subito tolti se non raggiungono un numero considerevole di “like”.