Gubbio, protocollo d’intesa Comune – Università

GUBBIO -Siglato questa mattina nella Sala Consiliare in piazza Grande il protocollo d’intesa tra il Comune di Gubbio e l’Università di Perugia. Ad apporre la firma sono stati il sindaco Filippo Mario Stirati, affiancato dall’assessore Augusto Ancillotti, e il Rettore dell’Università di Perugia Franco Moriconi, a sua volta accompagnato dal direttore del Dipartimento di Lettere Mario Tosti e dal professore Francesco Federico Mancini, presente in sala anche il Cavaliere Carlo Colaiacovo, presidente emerito della Fondazione Cassa di Risparmio.

“E’ un atto di rilevanza culturale importantissimo – ha commentato il sindaco Stirati nel salutare i presenti – per la città di Gubbio, che si appresta a diventare polo di riferimento italiano per l’alta formazione. Dopo aver lavorato per il ritorno della Lumsa, che ha previsto all’inizio del prossimo anno l’attivazione di un campus con corsi di specializzazione nell’ex Seminario a S. Martino, ci apprestiamo ad iniziare questo straordinario percorso che ci porterà a dar vita ai corsi di specializzazione in beni storico – artistici, satelliti del Dipartimento di Perugia Lettere, lingue, letterature e civiltà antiche e moderne. Lavorare sulla cultura in maniera continua e sistematica, valorizzare il centro storico con i suoi beni artistici e architettonici mettendoli a sistema, rivitalizzare capacità e sapienze delle botteghe dell’artigiano di pregio e di tradizione, è il progetto sul quale l’amministrazione comunale ha puntato, impegnandosi e investendo fortemente per favorire un’offerta di qualità di assoluto prestigio e attrattiva. Con il Magnifico Rettore Moriconi c’è stata subito un’intesa fattiva, che ha dato come frutto immediato la ripresa degli scavi, fermi da tempo, nella zona della Guastuglia e il progetto di rilancio e valorizzazione dell’intera area archeologica, per farne un motivo di attrazione. Grazie poi al contributo e al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, siamo riusciti a progettare il recupero di beni immobili e palazzi storici che saranno sede di tali fondamentali attività universitarie”.

Il Rettore Moriconi ha sottolineato il raggio d’azione che caratterizzerà la Scuola di Specializzazione, attiva non solo per i laureati di Perugia ma per quelli di tutta Italia, per chi è in cerca di specializzazione in Beni storico-artistici, anche in vista della riapertura di 500 posti che saranno messi a concorsi dalle Soprintendenze. “L’Europa ci chiede sempre più l’attivazione di ‘Lauree professionalizzanti – ha spiegato Moriconi – e da questo input parte la nostra scommessa, in collaborazione con enti, istituzioni, imprese radicate nel territorio”. A sua volta, Tosti ha sottolineato come Gubbio, per le sue ricchezze storico – artistiche, è il luogo ideale per un polo di valorizzazione umanistica che ha visto impegnata l’Università di Perugia per formare operatori nel settore della tutela, gestione e valorizzazione dei beni storico – artistici, ed è posizione strategica tra Umbria, Romagna, Marche, Toscana. Anche Mancini ha ribadito la vocazione della città ad essere polo attrattore nei confronti di realtà territoriali limitrofe, in un’ottica di macro regione culturale: “Abbiamo già preso contatti con l’Università di Urbino ma anche con l’Abruzzo e la Basilicata, in particolare con Campobasso, e con Ferrara. Non è azzardato pensare a Gubbio come terzo polo di specializzazione qualificato in Italia, dopo Firenze e Roma”.

L’assessore Ancillotti, in buona parte artefice nel tessere i rapporti con il mondo universitario, ha espresso la sua massima soddisfazione nel veder realizzato un progetto qualificante che pone Gubbio, all’interno della Regione Umbria, in una posizione privilegiata, rispetto ad altre scelte. La scuola avrà sede al momento nel complesso di Santo Spirito ma, dopo i lavori di ristrutturazione di San Benedetto finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio, con una previsione di circa 2 anni, troverà stabile dimora nell’ex convento olivetano. I corsi saranno attivi a partire dalla primavera 2017, e si prevede un numero chiuso di almeno 20 iscritti. Una commissione paritetica vigilerà sulla corretta applicazione della convenzione, che è di durata biennale, e sul suo regolare svolgimento, e sarà composta da quattro membri, di cui uno con funzioni di presidente, due nominati dal Comune (il sindaco e l’assessore alla Cultura) e due nominati dall’Università (direttore del Dipartimento e direttore della Scuola). La Commissione, presieduta dal sindaco, redige almeno una volta ogni sei mesi, un’apposita relazione da presentarsi all’Università e al Comune.

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